Ferrara, 12 maggio 2024 - Arianna Cazzola, 47 anni, la tuta di gomma, scarica da un camion sacchi e sacchi di vongole per la semina. A Goro ci credono ancora. Verranno calate in mare, protette da recinti e reti. Nella speranza che il granchio blu non riesca ad entrare per lasciare gusci spezzati.
"Qui abbiamo tutti mutui da pagare per la casa, rate per l’auto. Non ce la facciamo più", dice, la sua voce testimonianza di quello che stanno vivendo nella sacca da un anno. Maggio 2023, l’alluvione riversò in mare un’ondata d’acqua dolce e fango. Una mattina scoprirono che gli allevamenti erano stati devastati dal killer delle vongole, una mattina che cambiò la storia del Delta. Le vongole, un fiume d’oro ora rigagnolo in secca. Granchi blu ovunque, un’invasione nell’arco di pochi giorni. Goro, 3.450 abitanti, 1.300 pescatori, si misura armato di sole reti con un’emergenza alla quale c’è chi non vuole arrendersi.
La crisi scuote Comacchio e Mesola, 300 partite iva rimaste senza lavoro, sindaci preoccupati per la tenuta sociale dei paesi. Arianna sale in barca. Salpa dal porto con a bordo Giacomo Pandini, Jessica Mantovani, Francesca Mangolini e Laura Roma. Vanno verso le zone degli allevamenti, come ogni mattina. Dice Davide Suncini, del Copego: "La quota di vongole per ogni pescatore è stata ridotta a dieci chili. Ci paghi le spese, non guadagni più".
Si avvicina al molo una barca. A bordo due ragazzi, Marco Passerella e Deni Buttini. Nei secchi azzurri i granchi, presi nelle trappole negli allevamenti. Fragile barriera all’inarrestabile avanzata. "I recinti non reggono al maltempo, dobbiamo sostituirli spesso. E stiamo pagando tutto noi che per il momento non abbiamo visto un soldo". Suncini incrocia le dita, guarda il mare: "Magari un giorno se ne andranno". Non ci crede più nessuno.