
Elisabetta Marcigliano, classe 1965, era amante della musica e della vita
Ferrara, 22 settembre 2023 – Due anni senza Elisabetta. La sua amata Elisabetta Marcigliano, morta non ancora 56enne il 20 luglio 2021 all’hospice dell’Ado "dopo una lunga e soffertissima agonia". Mai, chiosa Mario Fornasari, giornalista di Qn e Carlino oggi in pensione, "avremmo consentito un intervento come quello che ha subito mia moglie all’ospedale di Cona. Com’è possibile frammentare in addome una formazione che si sospetta un tumore?". Una drammatica domanda alla quale il marito aspetta ancora una risposta. Capire se nell’operato dei sanitari della Clinica di chirurgia ginecologica del Sant’Anna, che ebbero in cura la donna, vi siano state responsabilità nell’evento morte. In Procura c’è un’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, al momento contro ignoti, il pm Alberto Savino sta attendendo gli esiti del consulente medico legale chiamato a ricostruire passo passo la vicenda e a valutare eventuali imperizie e negligenze. Parallelamente va avanti anche una causa civile nei confronti dell’ospedale.
I FATTI
Quindici agosto 2018: Elisabetta, portatrice di fibroma uterino, si presenta d’urgenza al Sant’Anna accusando dolori addominali. Viene ricoverata, sottoposta a tac e a isteroscopia diagnostica-operativa. Il referto istologico parla di ’polipo ghiandolare endometriale atrofico-cistico’. Il 5 settembre nuovo ricovero, il giorno successivo è in sala operatoria. "L’intervento – spiega il marito – consisteva in una banale isterectomia durante la quale però vennero disattese, secondo tre consulenze mediche, le norme di prudenza e rispetto per la paziente nelle fasi precedenti, durante e post operazione". Secondo la denuncia della famiglia, depositata attraverso l’avvocato Alessandra Palma, il fibroma riscontrato alla 55enne venne estratto con morcellazione: frammentandolo. "Il risultato fu che conteneva un sarcoma e le cellule tumorali vennero disperse nell’addome".
L’AGONIA
Il sarcoma – ancora la denuncia –, prima dell’intervento "era allo stadio I" ma si aggravò passando "allo stadio IV proprio per effetto della morcellazione". Il calvario per Elisabetta ha inizio, la situazione clinica continua a peggiorare, il suo corpo deve sottoporsi a pesanti sedute di chemioterapia e somministrazioni di oppioidi. "La sua disabilità incrementava via via fino che a una valutazione dei palliativisti il 5 luglio 2021, si stimava una performance status del 30%". Tredici giorni più tardi verrà avviata la procedura di sedazione, il 20 il cuore di Elisabetta smette di battere per sempre.
“LA VERITÀ”
Da qui la battaglia di Mario, arrivato fin ai migliori esperti italiani, europei e statunitensi del settore; nel mirino "la tecnica chirurgica eseguita", definita "incongrua e causativa della disseminazione delle cellule tumorali con rapida progressione dello stato del sarcoma che – così ancora nell’atto – se correttamente asportato sarebbe stato confinato e quindi a uno stadio I". Accuse che l’azienda ospedaliera ha sempre rimandato al mittente e nella memoria difensiva ha confermato la correttezza dell’operato dei sanitari. "Era una donna forte, coraggiosa – sussurra l’uomo –, amava la vita". Negli ultimi anni si era dedicata al canto corale e alla solidarietà, promotrice di ’1000 voci per ricominciare’, rassegna che raccolse oltre 150mila euro per Amatrice. " Mi basta una tregua, anche solo qualche giorno , mi pregava piangendo".