Una trilogia che vede al centro Ferrara, nella sua storia più o meno recente. Una trilogia che fa della testimonianza diretta e del racconto le uniche fonti di cui ci si può fidare. Ed è assolutamente auspicabile, perché sono i libri di questo genere, con alcune copie conservate dalle biblioteche, a fare in modo che la memoria del passato – di usi e costumi, di un certo mos maiorum ormai in disuso, ma anche di luoghi che hanno subito la tirannia del tempo, di persone o, meglio, di personaggi che non esistono più, e comunque indimenticabili – non si cancelli del tutto. Soprattutto, chi ha vissuto questo passato si può divertire, leggendo o anche solo sfogliando il volume di Giorgio Ferrari, ‘Amarcord ferrarese’ (edito da Faust edizioni e già disponibile in libreria), con cui l’autore chiude la trilogia della sua, personale memoria. Si tratta di un percorso letterario entusiasmante, che ha portato Ferrari a diventare, nel giro di tre anni, "il simbolo e il beniamino di tutti i nonni e di tutte le nonne". Storie vere, specchio di una realtà che parte dagli anni Quaranta del Novecento sino a entrare negli anni Duemila. È ancora la vita dell’autore, quella narrata in questi nuovi racconti, ma a ben vedere è anche la storia di molti ferraresi che vi si possono specchiare con un effetto nostalgia. ‘Nonno Giorgio’, anche in questa sua terza esperienza di scrittore, riporta alla luce episodi passati che sono entrati di diritto nella memoria collettiva, ma anche vicende dimenticate nel tempo. Un’infanzia povera ma bella, fatta di cose semplici e rituali, dalla parrocchia di Santa Maria Nuova alla scuola "Celio Calcagnini", sino a raggiungere l’età adulta e il matrimonio con la sua Bruna, la nascita del figlio Mauro, il lavoro trentennale nella Ditta "Mazzilli" in via Bersaglieri del Po, il Palio cittadino, la passione di fotoamatore grazie alla quale ha immortalato gli angoli più fatati di Ferrara, senza trascurare la rievocazione noir di un dramma della gelosia in un albergo di via Vegri.
Così, nel libro, foto del sagrato della Cattedrale o delle statue del marchese e del duca totalmente innevate (ricordi di un passato che sembra molto lontano) si alternano a racconti e aneddoti sui rasoi dei padri, sulle vigilie di Natale, sulla Pasqua degli anni Cinquanta, su leggende ammantate di verità, sul pugile Uber Bacilieri, i film di don Camillo e Peppone ecc. Il volume si fregia di fotografie e cartoline d’epoca, rare o inedite, della collezione di Alberto Cavallaroni e di fotografie a colori dell’autore stesso.