NICOLA BIANCHI
Cronaca

Duomo, fine lavori solo nel 2027. Protiro, campanile e i due lati: “Degrado più grave del previsto”

Il punto sui cantieri con il rup del Comune. E in autunno tocca alle strutture su via Adelardi e Listone

Duomo, fine lavori solo nel 2027. Protiro, campanile e i due lati. “Degrado più grave del previsto”

Duomo, fine lavori solo nel 2027. Protiro, campanile e i due lati. “Degrado più grave del previsto”

Ferrara, 20 marzo 2025 – C’è una bambina, a mano con il nonno, che osserva lassù, quel bestione alto e lungo tutto impacchettato. E domanda: “Quando toglieranno i cerotti al povero campanile, nonno?”. L’anziano sorride: “Presto, speriamo presto...”.

Già, quando quell’enorme ponteggio, oggi studiato ad hoc per l’opera alta 45 metri e che fu iniziata nel 1412, verrà tolto? E quando torneremo a immergerci nella bellezza del protiro della Cattedrale? E poi, terminati i due cantieri, il maquillage a uno dei maestosi simboli cittadini, sarà davvero concluso o ci sarà dell’altro? Domande che abbiamo posto all’architetto Massimo Cavallin, dirigente comunale del servizio Pnrr e progetti complessi del Comune. Lui è il responsabile unico di progetto (Rup) per il restauro (il Comune è la stazione appaltante).

Tre i fronti aperti, si comincia dal protiro. “Un progetto pilota – spiega – dell’Istituto centrale del restauro, che porterà al recupero e alla riqualificazione, e che sta cercando le migliori risposte di trattamento della superficie. La pietra del protiro è degradata, faremo diversi campionamenti in tre anni e osserveremo come evolvono per capire, poi, l’intervento più adatto da fare in futuro”. Spesa, 500mila euro.

Poi ecco il campanile, con i lavori iniziati a novembre. Il progetto esecutivo di restauro era stato presentato il 21 luglio 2023 e avevo ottenuto l’autorizzazione della Soprintendenza alla fine di ottobre di quell’anno.

L’intervento attuale si configura come prettamente conservativo delle lastre lapidee del rivestimento esterno. “Ma i fenomeni di degrado – riprende l’architetto Cavallin – sono molto più consistenti del previsto. Ora ci stiamo concentrando nelle parti più esposte, vulnerabili e pericolose. Stiamo trattando i perni metallici più corrosi, dando priorità al grado di danno”. Insomma, un’operazione più difficile del previsto, che verrà divisa in tre distinte fase: consolidamento, protezione, messa in sicurezza. Fine lavori, al netto di imprevisti, all’inizio del prossimo anno. Nel piatto ci sono due milioni di euro provenienti dal ministero della Cultura attraverso il segretariato regionale. Progettista del restauro è l’architetto Benedetta Caglioti, assieme al professor Claudio Modena. Esecutore l’impresa di restauro Leonardo srl, responsabile anche del restauro all’interno. Il Comune è l’ente capofila del progetto che coinvolge il ministero, la Soprintendenza e il capitolo della cattedrale.

Arriviamo al terzo e ultimo fronte, quello ancora non visibile, con l’inizio dei lavori fissati sul calendario per il prossimo autunno (entro l’estate il bando di gara e l’assegnazione del malloppo alla ditta vincitrice). Parliamo dell’intervento, anche in questo caso “conservativo e di consolidamento”, ai prospetti nord e sud della cattedrale, ovvero le due facciate lunghe su via degli Adelardi e su piazza Trento Trieste, già oggetto di un intervento post sisma. Tempo stimato, due anni (più o meno fine 2027) con un costo complessivo che si aggira sui 5,2 milioni di euro. “Una duplice operazione già autorizzata dalla Soprintendenza, ora in fase di progettazione esecutiva”, precisa ancora il rup.

Un’opera molto impegnativa nel suo complesso, onerosa – 7,7 milioni, finanziamento previsto nella legge programma interventi di conservazione inserita nella Finanziaria del 2016 – ma che giorno dopo giorno sta riportando alla luce i tesori del nostro passato. Sì certo, servirà tanta pazienza.