REDAZIONE FERRARA

Doppio tuffo nel passato Ottavia Piccolo si supera

Con la sua voce l’attrice collegherà Lucrezia Borgia ad Edith Stein. Stamattina alle dieci al monastero Corups Domini di via Campofranco

Ferrara ha l’onore di avere Ottavia Piccolo stamattina alle dieci al monastero del Corpus Domini di via Campofranco per una serie di letture organizzate dal Gruppo Sae di Ferrara ’Scrivere ai papi’ (accesso libero e gratuito, nel rispetto delle norme sanitarie). È qui che darà voce a due donne dalle storie all’apparenza diversissime, eppure in qualche modo collegate. Collegate da quello Spirito che a Dante "parea foco che quinci e quindi igualmente si spiri": con la sua voce, Ottavia Piccolo, collegherà Lucrezia Borgia a Edith Stein. "È una scelta che può sorprendere – dice il presidente del Sae, Piero Stefani – ma ci sono alcuni testi spirituali di Lucrezia Borgia che sono molto pertinenti al contesto". E, infatti, verrà letta una lettera scritta al marito a favore del monastero, risalente al periodo della peste e, in seguito, una lettera che ha dettato mentre stava morendo, indirizzata a papa Leone X. Edith Stein, invece, ebbe il coraggio e la lungimiranza di denunciare il nazismo sin dai suoi albori: è del 1933 la lettera di denuncia che leggerà Ottavia Piccolo, indirizzata dalla Stein a papa Pio XI. Alcune lettere, due donne, due papi: i collegamenti sono evidenti anche nelle loro biografie. Lucrezia Borgia non ha bisogno di troppe presentazioni: figlia di papa Alessandro VI, è conosciuta soprattutto per la sua vita travagliata, per gli intrighi che le trame della sua vita celano e per l’abilità diplomatica. È a Ferrara che trova una sorta di riscatto morale: alla corte estense comincia a disinteressarsi della vita politica e a circondarsi di personaggi rinascimentali di grande spicco. Tramite Ercole Strozzi conosce il Bembo e, ovviamente, entra a contatto anche con l’Ariosto, che tra l’altro la cita nello stesso Furioso. A Ferrara si accresce anche il suo spiritualismo religioso, tant’è che comincia a frequentare il Corpus Domini, dove venne sepolta alla sua morte. Ecco, quest’ultima parentesi della sua vita la lega in maniera evidente alla vicenda di Edith Stein, vissuta qualche secolo più tardi. Edith Stein all’inizio era tutt’altro che cattolica: nasce da ebrea e comincia a studiare e, in seguito, ad assistere Husserl, diventando lei stessa docente a Munster. Dopo un periodo di allontanamento dalla religione, decide di convertirsi al cristianesimo nel 1922, facendosi nel 1933 monaca carmelitana a Colonia con il nome religioso di Teresa Benedetta della Croce. L’epilogo della sua vita è tragico: viene arrestata dai nazisti e rinchiusa ad Auschwitz, dove muore il 9 agosto del 1942. Viene proclamata santa da papa Wojtyla nel 1998 e compatrona d’Europa l’anno seguente.

Francesco Franchella