
Un momento del parapiglia in Consiglio
"Non si può aspettare. Il genocidio è ora. Bisogna agire adesso! Se non cambierà, intifada pure qua". È la didascalia, piuttosto eloquente, che accompagna il video delle contestazioni fatte dal gruppo di attivisti pro Pal in Consiglio comunale nei giorni scorsi. Il video è apparso sulla pagina social del gruppo Ferrara per la Palestina. Da quanto emerge dalle parole del gruppo, se la delicata situazione in Medio Oriente non dovesse cambiare gli attivisti vorrebbero portare la rivolta anche per le strade della nostra città. Parole del tutto inaccettabili per il capogruppo della Lega, Massimiliano Guerzoni. "La minaccia alle nostre istituzioni è apparsa già il giorno dopo sui social – ricostruisce il consigliere riferendosi alla pubblicazione del video sulla pagina social del gruppo –: ‘Noi palestinesi non dimentichiamo niente, e non perdoniamo. Sappiate che è solo l’inizio’. Nero su rosso, il gruppo di Ferrara per la Palestina, declama l’intervento. Armato? Viene da chiederselo, con crescente preoccupazione e anche con rabbia, dopo che gli stessi rappresentanti del gruppo che inneggia i diritti della Palestina (e mai i doveri) lunedì ha bruscamente interrotto con violenza e insulti il normale svolgimento democratico del Consiglio. Non ce l’hanno fatta a essere semplici rappresentanti della comunità in ascolto, han dovuto tirare fuori bandiere della Palestina e urlare al ‘genocidio’, al ‘massacro di bambini’, alle ‘mani sporche di sangue’ del sindaco Alan Fabbri, ‘colpevole’ di aver accolto in città l’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled".
"‘Se non cambierà, intifada pure qua’, inneggiano i rivoltosi – si legge ancora nella nota di Guerzoni – . Sarà rivolta, se nessuno farà niente per fermarli. ‘Non vi daremo pace, fino a quando la Palestina non sarà libera’, scrivono ancora. Cercare un confronto con queste persone, è inutile. Capisco appieno la scelta del sindaco di accompagnare fuori dalla seduta i fautori dell’intervento, osceno e offensivo". Di qui l’auspicio. "Chiedo l’intervento delle altre istituzioni in città, della minoranza, che non si è esposta in Consiglio e che, vergognosamente, non ha preso posizione – è la dura presa di posizione del consigliere – Anzi, c’era chi sogghignava tra gli scranni mentre il sindaco veniva accusato di genocidio. Una città democratica deve dire no a questa barbarie". Ma c’è un dettaglio, piuttosto rilevante che sottolinea il vicesindaco Alessandro Balboni. "Ero di fianco al sindaco mentre i militanti interrompevano la seduta del Consiglio con grida, striscioni e offese – scrive il vicesindaco –. Ero alla sinistra di Alan anche quando i più esagitati ci urlavano addosso, rivolgendoci l’infamante accusa di avere le mani sporche di sangue. La loro è stata una manifestazione violenta. Eppure è stato proprio Adam Sami, che abbiamo tutti visto nelle foto e nei video mentre inveisce contro il Consiglio e contro il sindaco, a tenere una lezione davanti a una giovane classe lo scorso 20 novembre. Costui pochi mesi fa invocava la libertà di insegnamento per indottrinare i più giovani mentre a pochi mesi di distanza urla a pieni polmoni interrompendo l’organo democratico della nostra città". Evidentemente i principi di democrazia e di rispetto delle istituzioni per alcuni sono validi soltanto quando devono portare avanti le proprie posizioni".