NICOLA BIANCHI
Cronaca

Disordini nigeriani a Ferrara, parla l'agente. "Noi, in trincea contro le gang"

Marinai, poliziotto e sindacalista: "Si rischia una guerra con i pusher, sono troppi"

La rivolta a Ferrara. Nel riquadro, Marinai, da 20 anni sulle Volanti (Businesspress)

Ferrara, 19 febbraio 2019 - «Se quel ragazzo fosse morto per davvero, cosa sarebbe successo in Gad?». Parla con enorme rammarico e impotenza David Marinai, 42 anni e da 20 sulle Volanti («me ne mancano ‘solo’ 17 per la pensione», dice ridendo), segretario provinciale Fsp polizia. «Sabato – racconta – sono montato a mezzanotte e in Gad la situazione era già tornata tranquilla. Ma il precedente è davvero bruttissimo».  . I COMMENTI Le città in ostaggio di Beppe Boni  Le note stonate di Cristiano Bendin 

Marinai, dopo la fake news della morte del ragazzo, in pochi istanti in Gad si sono radunate decine di nigeriani. Normale? «Assolutamente no. E diventa sempre più difficile pensare che dietro non vi sia un’organizzazione ben radicata».

Tipo, mafia nigeriana? «Non sta a me dire se esista o meno, ci sono uffici investigativi preposti. Dico solo che siamo davanti a un’organizzazione verticistica che fa dello spaccio un business. Mi chiedo: se quel ragazzo fosse morto davvero, cosa sarebbe accaduto?».

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E qual è la risposta? «Forse non si sarebbero fermati al blocco di una strada. Quell’episodio può succedere mille altre volte perché loro scapperanno e noi dietro a rincorrerli. Se avviene la tragedia, si scenderà in guerra». 

Criminali e pusher sempre di più, voi sempre meno. Non avete paura? «Certo che sì. Loro ci conoscono, hanno i pali agli angoli del quartiere sempre con il telefonino in mano. Quando va bene, siamo due auto e quattro uomini e loro 15-20».

E non si tratta di semplici liti per l’alcol, giusto? «Dietro c’è qualcosa di più serio, il controllo del territorio, lo scontro tra bande. Arriviamo e non sappiamo se saranno a mani nude, con bottiglie di vetro, coltelli, katane. Servirebbe il reparto mobile a ogni intervento». 

E la droga non la gliela si trova mai... «Qualche grammo, ogni tanto. Il grosso la tengono in casa o tra gli alberi. Chiama il cliente e il pusher fa la spola avanti e indietro. Quando gli chiediamo dove abita la risposta è sempre quella: non mi ricordo, non lo so. Cambiano abitazione di continuo».

Quindi non c’è soluzione per arginare il fenomeno? «Da parte nostra, possiamo solo sperare che vada sempre bene. Quello accaduto sabato è un bruttissimo precedente. Potenziamo i centri di accoglienza, rendiamo certi e immediati i rimpatri per chi non ha titolo di stare in Italia».

Ha sentito che Salvini è pronto a venire a Ferrara? «Se arriva fa piacere come quando è venuto il capo della polizia. Ma oltre alla visita, porti qualcosa di pratico. Ci dia leggi e strumenti per migliorare questa drammatica situazione».