FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Disordini dopo Spal-Parma. Fumogeni e agente ferito, trenta tifosi dal giudice

Al via ieri l’udienza preliminare per venti ultras biancazzurri e dieci ducali. Per uno si apre la strada della messa alla prova, gli altri andranno in abbreviato .

Uno dei fumogeni lanciati in campo durante la partita Spal-Parma e che determinò la temporanea sospensione

Uno dei fumogeni lanciati in campo durante la partita Spal-Parma e che determinò la temporanea sospensione

Quella partita, oltre a segnare la retrocessione matematica della Spal in serie C, fu il prologo di un pomeriggio ad alta tensione, dentro e fuori dallo stadio. Prima i fumogeni lanciati in campo per protesta contro la triste performance della squadra. Poi i disordini intorno al Mazza, con lancio di oggetti tra tifoserie e un poliziotto ferito durante una carica di alleggerimento. Ieri, a quasi due anni da quel 13 maggio, trenta tifosi (venti spallini e dieci ducali) sono comparsi davanti al giudice dell’udienza preliminare Silvia Marini per rispondere di quei fatti. Le ipotesi di reato (a vario titolo) sono possesso e lancio di oggetti pericolosi in occasione di manifestazioni sportive, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni in riferimento al poliziotto rimasto ferito dal colpo di una cintura durante i tafferugli.

Due, in particolare, i fatti contestati. Primo, come anticipato, il lancio dei fumogeni durante la partita. La gara fu temporaneamente sospesa e dovettero intervenire i vigili del fuoco per ripulire il prato del Mazza. Secondo, i momenti ti tensione che si sono verificati dopo la partita tra ferraresi e parmensi nella zona di parcheggio della tifoseria ospite. Lì, nonostante i due gruppi fossero separati dalle barriere Betafence, partì un lancio di oggetti (bottiglie e altro) dall’una e dall’altra parte. Al culmine, partì una carica di alleggerimento delle forze dell’ordine, durante la quale un sovrintendente di polizia rimase ferito (l’agente si è costituito parte civile durante l’udienza). I difensori degli spallini imputati, gli avvocati Andrea Ferrari e Alex De Anna, hanno chiesto per alcuni il rito abbreviato e per altri la messa alla prova. Il giudice ha però ritenuto che, per tutti i richiedenti tranne uno, mancassero i presupposti per concedere la messa alla prova. Per tutti coloro ai quali è stata ‘bocciata’ l’istanza, le difese hanno dunque virato sull’abbreviato, riservandosi però nuove azioni. "Con la sentenza – così l’avvocato Ferrari –, impugnerò anche questa ordinanza. La Cassazione sul punto si era già in passato posta il problema". Il caso è stato infine aggiornato al 2 aprile, udienza durante la quale verranno discussi i processi in rito abbreviato.

f. m.

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