FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Cugini uccisi e bruciati, la difesa dei parenti: "Nuovi accertamenti"

Ferrara, mercoledì 19 ottobre davanti al giudice verrà discussa l’opposizione all’archiviazione. Il legale dei familiari di Dario Benazzi: "Fare chiarezza sulle tracce di Dna, sulla perizia chimica sui vestiti dei Mazzoni e sul fucile degli indagati"

I carabinieri durante un sopralluogo sul luogo del delitto

I carabinieri durante un sopralluogo sul luogo del delitto

Ferrara, 17 ottobre 2023 – A poche ore dall’udienza nella quale si dovrà decidere se mandare o meno in archivio l’inchiesta sul duplice omicidio di Rero, spunta la richiesta di nuovi accertamenti tecnici. A formularla è l’avvocato Denis Lovison, legale dei familiari di Dario Benazzi, assassinato a fucilate e bruciato insieme al cugino Riccardo il 28 febbraio del 2021 nelle campagne di Rero.

Le nuove istanze, che riguardano principalmente le perizie biologiche e chimiche, sono contenute in una integrazione al già depositato atto di opposizione alla richiesta di archiviazione della procura per gli unici due indagati per il delitto, Filippo e Manuel Mazzoni, padre e figlio residenti vicino al luogo in cui i cugini sono stati uccisi. In prima battuta, l’attenzione del difensore delle persone offese si focalizza su alcune tracce genetiche. Nell’atto si parla di "un profilo genetico misto e un profilo A non compatibile geneticamente con le vittime". Il legale chiede quindi di approfondire le indagini, comparando il profilo genetico con quello dei due indagati e di una terza persona, in modo da "accertare se vi sia compatibilità".

La lente si sposta poi sui residui di sparo al centro della perizia chimica. Lovison chiede "un approfondimento a cura del Ris di Parma, al fine di accertare se vi sia compatibilità tra le particelle trovate" sulla maglia di cotone di Manuel Mazzoni e "l’esplosione di uno o più colpi di arma da fuoco". Secondo il difensore è necessario anche un approfondimento (sempre a cura del Ris di Parma) sui tamponi relativi a mano, naso e orecchie degli indagati e sulle tracce di lantanio trovate sulla maglia di Manuel Mazzoni, al fine di verificare se "questo materiale fosse compatibile con le operazioni che i Benazzi stavano eseguendo sull’impianto eolico".

Se così fosse, ipotizza Lovison, tale coincidenza "collocherebbe Mazzoni sulla scena del crimine". Viene infine chiesto un accertamento su un fucile calibro 12 "al fine di verificarne la funzionalità e datare le macchie di umidità, tenendo in considerazione l’ambiente di detenzione, caratterizzato da consistente presenza di muffe, sporcizia, assenza di impianto di riscaldamento, presenza di escrementi di animali".

Il caso approderà domani davanti al giudice dell’udienza preliminare per la discussione dell’opposizione alla richiesta di archiviazione. A seguito dell’istanza del pubblico ministero di chiudere il caso senza responsabili, i legali dei familiari (oltre a Lovison, l’avvocato Massimiliano Sitta) hanno proposto opposizione. Spetterà ora al giudice stabilire se disporre l’archiviazione delle accuse nei confronti di padre e figlio (difesi dall’avvocato Stefano Marangoni) oppure se ‘riaprire’ il caso, accogliendo le richieste delle persone offese.