Ferrara, 6 marzo 2020 - Ferrara registra il suo primo caso positivo al Coronavirus. Si tratta di una pediatra di Codigoro che si trovava in quarantena da martedì scorso a seguito di alcuni sintomi influenzali. L’esito del tampone, effettuato mercoledì, è arrivato ieri sera. La notizia si è subito diffusa sui social, dove a comunicarla è stata la stessa figlia della professionista. Il direttore generale dell’Ausl Claudio Vagnini ha confermato il primo caso di Covid-19 ma ha sottolineato che la quarantena precauzionale adottata dalla professionista è già un modo per arginare la diffusione del contagio. Isolamento anche per il marito della donna. Il sindaco di Codigoro, Sabina Alice Zanardi, ha annunciato che si inizierà subito a lavorare per ricostruire i contatti della dottoressa e valutare eventuali misure.
Aggiornamento: Chi è il secondo contagiato della provincia di Ferrara
Intanto , nel Polesine c’è un nuovo caso positivo all’influenza di Wuhan. Si tratta di un 82enne che martedì si è recato in ospedale, dietro consiglio del suo medico di base, perché mostrava serie difficoltà respiratorie. L’uomo, che ora è ricoverato all’ospedale di Rovigo, è uno dei tangueri che ha preso parte alla milonga organizzata a Ferrara dal 21 al 23 febbraio. E con un altro caso di positività al Coronavirus del Polesine si collega alla messa in quarantena di 15 persone, tutte alle dipendenze di un’azienda artigiana che lavora nel campo della meccanica di precisione e che ha sede nella zona artigianale di Bosco Mesola.
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Un fatto che ha creato mo-menti di confusione fra i 6.800 abitanti di Mesola e che ha indotto il sindaco Gianni Michele Padovani a postare un video sul la sua pagina Facebook per rassicurare la popolazione. "La quarantena è a scopo precauzionale" afferma il sindaco parlando dei lavoratori entrati in isolamento e invita i suoi cittadini a non diffondere notizie false. La quarantena dei 15 lavoratori è scattata ieri mattina dopo che al dipartimento di igiene pubblica di Ferrara è risultato che un caso positivo del Polesine lavorava proprio in quella ditta. Un contagio, secondo quanto risulta agli ambienti Ausl, che sarebbe collegato a una persona residente a Vo’, località dei colli Euganei, che avrebbe tenuto un momento conviviale con tutti i lavoratori. Vo’, lo ricordia mo, è la zona rossa del Veneto dove si è registrato il secondo focolaio.
"Un focolaio molto delimitato" ha detto ieri l’ex assessore al Welfare Sergio Venturi che, a causa dell’isolamento del neo assessore Raffaele Donini, in questi giorni intratterrà i rapporti con la stampa. "Riducete il più possibile i contatti sociali – ha ribadito più volte Venturi – perché al momento è l’unico modo per contenere i contagi". "Le persone che si presentano al triage è meglio che arrivino da sole" ha ribadito l’ex amministratore. Ieri i pazienti trattati dal dipartimento di sanità pubblica sono stati 21. Di questi 17 sono in isolamento e in sorveglianza attiva, mentre quattro persone hanno preso solo contatti telefonici. Le persone che invece sono uscite dalla quarantena sono 15. I tamponi effettuati sono sette, di cui quattro richiesti in ospedale. Ieri si sono registrati tre ricoveri a Cona e uno all’ospedale del Delta.