SILVIA GIATTI
Cronaca

Coronavirus Ferrara, tre persone in isolamento. "Niente contagio"

Misure precauzionali per due ferraresi dipendenti dell’ospedale padovano di Schiavonia e per un giovane rientrato dalla Cina

Anche nelle farmacie ferraresi le mascherine sono ormai introvabili

Anche nelle farmacie ferraresi le mascherine sono ormai introvabili

Ferrara, 23 febbraio 2020 -  Non ci sono casi di contagio da Coronavirus nel ferrarese, ma soltanto tre persone che sono in isolamento, che per due di loro è volontario. I primi due sono dipendenti, che non esercitano attività sanitarie, dell‘ospedale di Schiavonia, il nosocomio del Basso Padovano che venerdì ha registrato i primi due casi, di cui uno mortale, di contagio da Covid-19 nel Veneto. Il terzo riguarda un giovane cinese, rientrato proprio venerdì dalla stessa Cina che non è malato ma, come disposto dal ministero della Salute da alcuni giorni, è in isolamento obbligatorio.

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I due dipendenti dell‘ospedale veneto "stanno bene e non presentano sintomi della malattia" dicono i vertici dell‘Ausl; così puire il giovane cinese che "potrebbe essere sottoposto comunque al test del tampone naso-faringeo". Gli isolamenti sono finalizzati a evitare il più possibile eventuali contagi dopo quanto è successo in Lombardia e in Veneto. In Emilia – Romagna, fa sapere la Regione, "non risultano focolai". Solo uno degli operatori dell‘ospedale di Monselice vive in città, in una frazione, mentre l‘altro risiede in una località della provincia. Persone che vengono definite ‘casi sospetti‘ perché venute in contatto con ambienti dove è avvenuto il contagio, "ma che non è detto siano positivi al virus o sviluppino la malattia" precisano gli esperti igienisti che li controllano almeno due volte al giorno. I due dipendenti, dopo le notizie diffuse venerdì, hanno contattato di loro spontanea iniziativa l‘Ufficio igiene locale e così è partito il protocollo d‘intervento stabilito nei giorni scorsi durante i tavoli tecnici tenuti in Fausto Berretta con i vari reparti delle due aziende che sono coinvolti in situazione come queste.

«Alle due persone è stato spiegato come devono comportarsi anche per mettere in sicurezza i loro familiari" dichiara la direzione sanitaria che precisa: "La febbre viene misurata ogni quattro ore e monitoriamo i sintomi. Che non ci sono, e per questo ancora non abbiamo fatto il test. In questo caso non è previsto". L‘ospedale di Schiavonia, intanto, rimarrà chiuso per i prossimi quattro giorni. Per 450 dipendenti, fra i quali si contano anche i due ferraresi, è probabile che nelle prossime ore e nei giorni a venire, a uno a uno, vengano poi sottoposti al test con il tampone naso-faringeo: il primo esame che attesta se la persona è stata contagiata o meno dal virus killer che è partito dalla città di Wuhan, megalopoli della provincia di Hubei nella Cina Centrale.

Anche il giovane cinese sta bene. Si trova in isolamento nella sua abitazione, viene monitorato costantemente e dovrà osservare una quarantena di 14 giorni. Tutto pronto per affrontare un‘eventuale emergenza anche all‘ospedale di Cona che al momento non è stato coinvolto, data la vicinanza con la struttura di Schiavonia, per ospitare eventuali pazienti che arrivano dal padovano. "Un tipo di procedura che escludo possa verificarsi, visto che tutti i letti sono occupati" afferma il direttore sanitario Luigi Di Ruscio. Dalla Regione arrivano anche nuove raccomandazioni. "Chi arriva dalla Cina ha l‘obbligo di comunicare il suo rientro al servizio di igiene pubblica territoriale" prevede la disposizione concordata con il ministro per la Salute Roberto Speranza. E non deve recarsi in nessun modo in ospedale ma contattare, e solo telefonicamente, o il proprio medico di base o l‘emergenza componendo il numero 118.