Neanche l’audizione protetta della ragazzina di 14 anni ha sciolto le riserve sul caso del padre cinquantenne accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti della figlia. Anzi, la minore ha confermato, ieri pomeriggio, durante un’udienza durata un’ora e mezza, le ’attenzioni’ particolari da parte del genitore, aggiungendo nuovi particolari. Così il giudice Andrea Migliorelli ha chiesto un’integrazione alla psicologa, che in una precedente perizia di 90 pagine aveva ritenuto la ragazzina suggestionabile e non attendibile. L’integrazione verrà presentata dalla professionista nell’udienza del 25 febbraio e la psicologa dovrà confermare o meno quanto asserito nella precedente relazione. I fatti al centro dell’inchiesta si sarebbero verificati tra il dicembre del 2023 e il gennaio di quest’anno. La presunta vittima è figlia di genitori separati, ed è stata affidata alla madre.
L’inchiesta nei confronti del padre è partita dalla scuola frequentata dalla figlia: la giovane aveva raccontato ai compagni di classe che il padre, in più di un’occasione, le avrebbe riservato attenzioni ‘particolari’, palpeggiandola ripetutamente nelle parti intime e lasciandosi andare a commenti e apprezzamenti inopportuni sul suo aspetto fisico. Ma non è tutto. Alla richiesta di smetterla da parte della figlia in lacrime, il genitore avrebbe risposto: "Tu sei mia figlia, faccio quello che voglio", proseguendo con le sue azioni.
Il racconto della tredicenne davanti alla classe era finito ben presto all’attenzione del dirigente scolastico e, su sua segnalazione, degli inquirenti. Del caso si era occupata la polizia, la quale ha successivamente ascoltato la ragazza. Davanti agli agenti, la presunta vittima aveva riportato le stesse circostanze, portando così all’apertura di un’inchiesta nei confronti del padre. Da qui le gravi accuse di violenza sessuale aggravata dalla minore età e dal grado di parentela nei confronti del genitore, un cinquantenne italiano residente in provincia di Ferrara. Nel corso del procedimento, in sede di incidente probatorio, il giudice per le indagini preliminari aveva incaricato una psicologa di valutare la capacità di testimoniare della ragazzina. Nella sua relazione, la professionista aveva descritto la ragazzina suggestionabile e non attendibile. Il gip aveva comunque ritenuto di sentirla, fissando l’udienza che si è tenuta ieri. La tredicenne è stata dunque ascoltata in forma protetta, come previsto da casi come questi. La ragazzina ha di nuovo confermato quanto raccontato ai compagni e alla psicologa, aggiungendo date e nuovi particolari. Al punto che il giudice ha fissato un’altra udienza chiedendo un’integrazione alla psicologa.
Matteo Radogna