Ferrara, 19 febbraio 2023 – Non basta l’armonia che sgorga dalla Fender del Boss a mettere d’accordo tutti. Il pensiero di sentir riecheggiare la sua voce, lievemente roca e inconfondibile, non per le Streets of Philadelphia ma in tutta Ferrara, evidentemente non è sufficiente. Sulla realizzazione del maxi concerto di Bruce Springsteen, il prossimo 18 maggio al parco urbano (dedicato a Giorgio Bassani), si è scatenato un dibattito feroce tra super fan e acerrimi antagonisti. Il punto critico, a leggere bene le parole dei comitati ambientalisti - tra petizioni e ricorsi presentati in diverse sedi - che fin dal giorno successivo all’annuncio dell’arrivo del Boss a Ferrara hanno fatto cordata, non è tanto il concerto in se. Bensì il luogo designato per il grande evento: il grande parco alle porte della città.
Il refrain più ricorrente che i comitati dispensano a piena gola è che "dopo un concerto che vedrà la partecipazione di oltre cinquantamila persone, l’ecosistema del parco Urbano non sarà più lo stesso. Va individuata un’altra location". La verità è che Barley Arts, che si occupa delle date di Springsteen in Italia, ha scelto il grande parco proprio perché è così. Suggestivo, a perdita d’occhio. Ma soprattutto di fronte alle Mura. Ecco, sforziamoci per un minuto di proiettarci al 18 maggio. Palco al centro del parco, effetti luminosi studiati nei dettagli, pubblico tutt’attorno e il Boss che mentre suona allunga lo sguardo sulla cinta muraria rinascimentale. Fa già poesia. Neanche questo, tuttavia, è sufficiente a placare gli animi, anche perché essendo diventato il concerto un punto identitario della Giunta guidata da Alan Fabbri, il piano della discussione ha virato sul limaccioso terreno della politica.
Il 31 gennaio scorso, in Consiglio Comunale, al termine il sindaco è stato chiaro: "Il concerto si farà e si farà al parco Urbano". Questa dichiarazione, dal piglio lapidario, arriva a seguito di una lunga via crucis fatta di petizioni e ricorsi. Anche su questo, vale la pena fare un po’ di chiarezza. Inizialmente la raccolta delle firme venne lanciata sulla piattaforma online change.org. Giorno dopo giorno le richieste di cambiare luogo al concerto sono diventate tante. Oltre quarantamila. Ma, come ha spiegato in Consiglio Comunale, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli "l’unica petizione che ha un valore legale per il comune, ha raccolto solo 593 firme". Ovviamente anche su questo si è allungato il vociare polemico dei comitati ambientalisti (oltre che di una parte sostanziosa dell’opposizione al sindaco).
La loro convinzione è che il dissenso verso la realizzazione dell’evento al parco Bassani sia molto più diffusa tra i ferraresi. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Tommaso Mantovani ha proposto a più riprese di realizzare il concerto nei terreni adiacenti all’aeroporto, nel "parco sud della città: sarebbe un modo per recuperare un’area di Ferrara e mettere a punto un evento ambientalmente sostenibile, senza impattare sull’ecosistema delicato del parco Bassani".
I tentativi per fermare il concerto si sono articolati, come abbiamo detto, su più livelli. Anche se, oggettivamente, l’inghippo più grosso è rappresentato dal ricorso straordinario rivolto al Capo dello Stato, promosso dall’associazione Animal Liberation. La contromossa del Comune è stata quella di spostare la sede del contenzioso nelle mani del Tar. L’epilogo di questa storia è ancora tutto da scrivere e, a poco meno di tre mesi dal grande concerto (quella di Ferrara è una delle tre tappe italiane del tour, assieme a Monza e Roma) le incognite non mancano. C’è più di qualcuno che auspica, per Bruce, una sorte simile a quella toccata a Jovanotti: niente data a Comacchio nel 2022. Ferrara aspetta. Anzi, per dirla con le parole del Boss: we are waitin’ on a sunny day.