Acqua e nebbia sono il filo conduttore. Gli argini solcati da processioni religiose che sembrano arrivare da un passato eterno lasciano piano piano il passo ai capanni da pesca, alle case coloniche che portano sui loro muri i segni delle alluvioni, antiche e recenti. Sempre uguali e sempre profondi sono i calli sulle mani dei pescatori che raccolgono ‘al volo’ i cefali volanti. Il Po, il grande fiume narrato da Giovannino Guareschi e da Renato Bacchelli si racconta in ‘Verso la foce. Un territorio silenzioso’, la mostra fotografica del fotografo ferrarese Lauro Casoni è stata inaugurata in viale Aldo Moro, nei locali dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna dalla vicepresidente Silvia Zamboni e dal consigliere regionale Fabio Bergamini.
"La mostra ha raggiunto l’obiettivo che il fotografo si era posto: trasmettere il senso del cambiamento del territorio. Le foto esposte sono suggestive e trasmettono un forte sentimento" spiega Zamboni. Le fa eco Bergamini: "Queste foto raccontano. Ci ricordano che se da un lato l’acqua è vita e ci dà la vita, dall’altro può rappresentare una minaccia, come avviene con le alluvioni". "Ho voluto fare foto con l’occhio della malinconia per raccontare come il territorio è cambiato: una delle foto rappresenta una casa colonica dove solo 15 anni si festeggiava il Primo Maggio con tante persone e ora è abbandonata in mezzo a 140 ettari di campi di erba medica" spiega Casoni, che ricorda come "tutto questo è sempre più evidente lungo il percorso del fiume Po, grazie a una graduale trasformazione del modo di fare agricoltura". La mostra è aperta fino al 3 ottobre.