Tre giorni sul fronte della grande frana di San Benedetto Val di Sambro, nell’Appennino bolognese. Un chilometro e mezzo di terra che scivola a valle, su quel ’salto’ che un po’ fa paura. Francesco Faccini, nostro vigile del fuoco, era lassù. I suoi occhi quel drone che lui guida, in tasca la ‘patente’ di pilota.
"La frana è costantemente monitorata, adesso è sotto controllo", spiega. Sono trascorsi giorni, l’alluvione, Bologna martoriata, l’appennino colpito. Quel fronte che, a San Benedetto Val di Sambro, avanzava ad una velocità di 40-80 metri al giorno, sembrava quasi correre. Faccini, che ha seguito un corso in una scuola in provincia di La Spezia per diventare pilota di droni, era lì con il nucleo Sapr (droni) Emilia Romagna. Cinque i vigili del fuoco che sono partiti da Ferrara sull’onda della distruzione provocata dall’alluvione. "Eravamo presenti anche con un modulo chiamato ’Mopca’ con funzione di sala operativa a Pianoro per coordinare i soccorsi alla popolazione". Pianoro, l’altro paese in provincia di Bologna devastato dall’ondata di maltempo, un morto in quel mare d’acqua. Le strade diventate fiumi di fango. Spiega ancora Faccini: "Il modulo che è stato allestito a Pianoro aveva una funzione di sala operativa, per coordinare i soccorsi alla popolazione. In quella postazione si raccoglievano le segnalazioni, le richieste d’aiuto. Scantinati sott’acqua, case da svuotare. In base alle richieste si smistavano le squadre sul territorio". Poi c’era lui con il nucleo droni. "La grande frana incombe sulla valle, noi ci siamo occupati di fare i rilievi. L’abbiamo in un certo senso studiata, velocità di discesa, quanto materiale, un’analisi ai raggi ’x’. Il nostro rapporto viene quindi consegnato alle autorità, che così hanno dei dati certi, un quadro preciso della situazione per decidere poi quali interventi attuare, per tutto quel materiale". Intervento non certo facile. Faccini non si occupa solo di frane. E’ lui ad individuare dall’alto sempre grazie al sorvolo del drone gli incendi, i focolai per procedere poi con la bonifica dell’area. Si chiama topografia applicata al soccorso, in codice Tas, e viene svolta da operatori specializzati. Come lui. "I dati che ricaviamo vengono raccolti per formare un database, una mole di informazioni che consente di migliorare anche il nostro modus operandi", dice Faccini. Tre giorni, poi le nostre unità sono rientrate a Ferrara, nella caserma dei vigili del fuoco guidata dal comandante provinciale Antonio Del Gallo. "Vedere quella massa di terra che scivolava verso il basso, una testimonianza di quello che la natura può fare quando alza la testa. Uno spettacolo impressionante, che noi abbiamo fotografato dal cielo".
Mario Bovenzi