Merli *In questi giorni ho letto pochissime dichiarazioni riguardanti la situazione Spal e ciò mi preoccupa. Dal punto di vista tecnico non posso, e non voglio, disturbare gli addetti ai lavori. Però non posso tacere, anche solo per il recente trascorso, su ciò che il dg Carra ritiene tema di una “società di diritto privato”. Il dg, che non ho la fortuna di conoscere personalmente, dimentica due cose: la prima è che la Spal va ben oltre il diritto privato, la seconda è che, se anche fosse così, utilizza per la propria attività “privata” impianti pubblici sui quali sono state investite molte risorse. La verità su quel “progetto” che viene costantemente nominato ma mai esposto con trasparenza, la città e i tifosi della Spal hanno il diritto di conoscerla. Non solo per il grande valore affettivo che la Spal ha per questa città, ma anche, e soprattutto, perché questa azienda è il posto di lavoro di molte persone e perché ad essa collegata ci sono altre aziende che forniscono servizi e che a loro volta devono tutelare i propri dipendenti. Dal destino della Spal dipende il destino di molte famiglie di un territorio già martoriato dalle crisi di storiche aziende, ed è questo che deve impegnare le Istituzioni a salvaguardarla, a monitorare gli eventi e a richiamare la proprietà alle sue responsabilità. C’è poi un altro tema fondamentale, quello del settore giovanile. Allenatori, tra loro molti giovani, bambini, ragazzi e famiglie che fanno sacrifici per accompagnare i loro figli agli allenamenti e alle trasferte e per aiutarli a coltivare un sogno, consapevoli del grande valore educativo che lo sport ha. Che fine farà tutto il settore se la Spal andrà a rotoli? Io temo che il progetto non ci sia, o che sia molto lacunoso, e che tutto sia in balia degli eventi. Non accuso l’ammninistrazione dei risultati sportivi, ma non credo sia giusto il silenzio. Si parli alla città con onestà e trasparenza perché la Spal non è solo calcio, è una bellissima e complessa realtà che andrebbe maggiormente tutelata. E se non la si ritiene tale lo si dica: “andrà come andrà, e ci guarderemo?”. Ma dopo, sarà troppo tardi. E il “Paolo Mazza” e il Centro di via Copparo saranno solo bellissime cattedrali nel deserto. Tristi come la situazione della Spal.* ex assessore allo sport
Cronaca"Città e tifosi hanno diritto di sapere"