Era la mattina del 24 agosto 2019 quando a Cinzia Fusi venne tolta la vita dall’ex compagno. E ieri, per il quinto anniversario della terribile tragedia avvenuta a Copparo, l’amministrazione comunale, con il sindaco Fabrizio Pagnoni e l’assessore Francesca Buraschi, ha deposto un mazzo di fiori sulla panchina rossa nei giardini di piazza della Libertà, quella stessa dove nei giorni successivi al femminicidio si fermò la fiaccolata per Cinzia, uccisa a soli 34 anni. "Da allora la giustizia ha compiuto il proprio corso – ricordano dal Comune –. Per quell’atto tanto crudele e disumano l’omicida è stato condannato in via definitiva all’ergastolo: una delle prime sentenze, probabilmente la prima in Emilia-Romagna, dopo la modifica normativa del Codice Rosso con l’aggravante legata alla relazione affettiva tra omicida e vittima".
Quella sentenza ha inoltre confermato la regolare costituzione del Comune come parte civile, con il riconoscimento del danno, che potrà essere risarcito con separato giudizio civile. "La scelta di costituirci parte civile è stata presa a prescindere da eventuali risarcimenti: nulla potrebbe mai ripagare di un’esistenza perduta – spiegano il sindaco Pagnoni e l’assessore Buraschi –. Ha voluto soprattutto significare la volontà di essere, convintamente e concretamente, al fianco di Cinzia e della sua famiglia. Come lo siamo oggi e come continueremo ad essere. Non solo in gesti simbolici, importanti per coltivare una memoria che sia di monito e insegnamento per tutti, ma con l’impegno quotidiano nella e per la comunità, affinché sia unita nel rafforzare i propri anticorpi contro la violenza di genere, a difesa della dignità e della vita umana. Speriamo che la storia di Cinzia possa far crescere la cultura del rispetto, le buone prassi della prevenzione e il coraggio della denuncia".