REDAZIONE FERRARA

Cinema Italo Balbo: un progetto sociale per far rivivere un gioiello del passato

Il cinema Italo Balbo di Ravalle rinasce con un progetto sociale: proiezioni, mostre e cineforum per quattro persone.

Il cinema Italo Balbo di Ravalle rinasce con un progetto sociale: proiezioni, mostre e cineforum per quattro persone.

Il cinema Italo Balbo di Ravalle rinasce con un progetto sociale: proiezioni, mostre e cineforum per quattro persone.

di Mario Bovenzi

Si vede appena, nascosta tra il grigio della nebbia, nella parete un po’ scrostata. C’è scritto cinema Italo Balbo. Via Carlo Martelli numero 186, frazione di Ravalle (Ferrara) a ridosso dell’argine del Po, dove più fitta è quella coperta che ovatta il paesaggio, attutisce i suoni. Lì, tra quegli alberi, è stata girata la prima scena del film il Grido, di Michelangelo Antonioni. La formosa Alida Valli, mariti traditi, c’è chi si toglie la vita. Che disperazione.

"E’ stato costruito nel ventennio, ci proiettavano i film, pellicole dell’Istituto Luce, un luogo di propaganda come succedeva allora. Poi nel dopoguerra ha chiuso i battenti, c’è ancora in paese qualcuno che si ricorda dei film in bianco e nero, una signora raccontava di aver aperto la porta della sua casa ad Alida Valli, davanti allo specchio a truccarsi per andare in scena", Franco Ferioli Mirandola, 51 anni, alza la saracinesca del suo cinema, l’ha comprato insieme alla casa alcuni anni fa quando ha deciso di lasciare Ferrara per andare a vivere in campagna, suo è anche il barcone sotto la riva, alla fine di una ripida scalinata d’acciaio. Una delle ultime case galeggianti sul Po. Racconta, al suo fianco il figlio Edoardo, 23 anni. "Un vecchio cinema, un gioiello d’altri tempi che vogliamo far vivere. E’ al centro di un progetto sociale che vuole farlo rinascere proponendo proiezioni, rassegne e cineforum con aperitivo, spuntino e merenda a numero chiuso, massimo quattro persone alla volta". Ci saranno tanti lavori da fare, il progetto ha coinvolto anche un folto gruppo di giovani che hanno la passione per il cinema, che amano anche loro la quiete un po’ sonnolenta della vita di frazione. E’ la meglio gioventù che al posto del computer gioca a flipper, come quelli che sono ‘appoggiati’ in un angolo. C’è tanto da fare ma qualcosa c’è già. Due calessi, carrozze d’epoca. E’ uno spezzone del progetto. "Quattro persone alla volta – riprende – sedute a bordo di due calessi d’epoca o, in caso di difficoltà motorie, accomodate su due comodi divani". Lo stabile è in via di restaurazione. "Allestiremo la sala in sicurezza – precisa, anticipando alcuni dettagli del progetto –. Offriremo agli spettatori esposizioni pittoriche, mostre fotografiche, interventi scenografici, biblioteche ragionate". Un museo, omaggio alla nostalgia, in alto lo scheletro di legno del tetto, le travi. C’è un organetto, vecchi giornali, quadri. Come una soffitta, il passato che affiora dai bauli. "Al cinema – l’entusiasmo brilla nei suoi occhi – tra oggetti artistici, antiquariato, collezioni di vecchie bici, rari ciclomotori". Nel fregio esterno Italo Balbo si legge nero su bianco, come tutte le scritte sui muri della propaganda fascista. Una piccola sala cinematografica di paese dedicata al gerarca, tante ce n’erano allora. Non è la sola scritta, qualcosa si intravede ancora. "Potrebbe essere ’casa del popolo’, secondo le testimonianze raccolte tra gli anziani, sarebbe stata sovrapposta nei giorni successivi al 25 aprile 1945 con vernice rossa".

Cadevano i vecchi simboli, abbattuti in quei giorni di rabbia, al loro posto nuovi simboli, lacerazioni di un piccolo mondo come quello narrato da Guareschi. Oltre la saracinesca si vede ancora la biglietteria, la balconata della galleria. Pochi metri che furono teatro e sala da ballo, poi deposito di farina per i mugnai, il mulino era lì accanto. Infine officina meccanica e garage. "Appassionati, studiosi, architetti, artisti, fotografi, cinefili – il suo appello –. L’invito a farsi avanti per il cinema ex Italo Balbo è aperto a tutti. Basta abbracciare il progetto dell’associazione ‘Genti del Po in sala’, fatevi avanti. Ci troveremo qui oppure a bordo del ’barcone di Flavio’, la mia house boat galleggiante. Rallentate un po’, tra nuove e vecchie Genti del Po".