di Francesco Franchella
Mangiarsi la storia biblica (letteralmente). Praticamente ogni piatto delle tre grandi religioni monoteiste fa parte di una tradizione religiosa che affonda le radici in un passato lontano. Islam, Cristianesimo, Ebraismo. Per cinque anni, Miriam Camerini ha raccontato queste storie nella rubrica che teneva sul mensile Jesus, raccogliendole poi in un libro dal titolo "Ricette e precetti" (ed. Giuntina, 2019). L’autrice – che è anche regista, attrice, cantante e sta studiando per diventare la prima rabbina ortodossa italiana – lo presenterà oggi alle 10.30, in occasione della Festa del Libro Ebraico del Meis, di fronte al negozio Coop di via Mazzini (evento in collaborazione con CoopAlleanza 3.0, in caso di pioggia la presentazione si sposterà allo Spazio Crema di via Cairoli 13).
Camerini, parliamo del libro. "Il libro è nato da una collaborazione che ho con il mensile Jesus, dove ho tenuto per 5 anni, dal 2014, una rubrica che si chiamava ‘Ricette e precetti’, parlando di cibi legati a precetti religiosi ebraici, cristiani e musulmani".
Perché il connubio cibo-religione è così affascinante?
"Sono due cose primarie dell’uomo. Mangiamo tutti e tutti cerchiamo un senso ultimo alle cose, che è il minimo comune denominatore delle religioni. Sono bisogni fondamentali: uno di pancia, uno spirituale".
Ma dove vanno rintracciate le origini di questo connubio? "Nella Bibbia, il primo precetto che la divinità rivolge agli umani è il verbo ‘Pru’, che in ebraico significa ‘Fate frutto’. Il secondo precetto, invece, è un divieto: dice loro che possono mangiare tutti i frutti dell’Eden, tranne quello dell’albero che è in mezzo al Giardino: il Frutto Proibito".
Sulle abitudini alimentari islamiche sappiamo diverse cose. Sull’Ebraismo si sa già di meno. Raramente, invece, un cristiano sa rispondere in merito ai precetti alimentari del Cristianesimo…
"Perché, in generale, gli ebrei e musulmani sono più legati all’aspetto ritualistico, precettistico e ortopratico delle loro religioni, mentre il cristianesimo, fin dalle origini, si basa più su un rapporto con la preghiera e con la fede, che trascende i precetti. Quando San Paolo dice ‘La legge è abrogata’, intende proprio questo concetto".
Però di precetti ce ne sono. "Certo, sul libro ho parlato spesso dei precetti legati alla Pasqua e al periodo di Quaresima. Nel mondo cristiano, c’è il precetto di non mangiare carne il venerdì e, tradizionalmente, in molte religioni si mangia il pesce. Una storia pop di cui ho parlato nel libro? McDonald’s ha iniziato a mettere in commercio l’hamburger di pesce perché in alcuni stati a prevalenza cattolica degli Stati Uniti, durante la tutta la Quaresima, non riusciva a vendere hamburger di carne". C’è una ricetta che l’ha sorpresa più di altre?
"C’è una ricetta a cui sono molto legata, una delle pochissime ebraico-italiane, probabilmente della regione tra Ferrara e Venezia: sono tagliatelle che si fanno per il sabato in cui si legge in sinagoga la porzione biblica di Esodo 15, che parla della apertura e della chiusura del Mar Rosso sugli egiziani. È un teatrino un po’ macabro: le tagliatelle sono le onde del mare, poi uvetta, pinoli, salsiccia (non di maiale), che rappresentano i cavalli, le ruote e le armi degli egiziani ormai affogati".