È prevista entro la fine di gennaio l’udienza davanti al Tar. I "contendenti" sono il Comune da una parte e la titolare del chiosco di viale Cavour – rotonda Giardini, oggetto di un provvedimento restrittivo. L’atto amministrativo che arriva da palazzo Municipale, porta la data del 18 dicembre. L’ordine, impartito dagli uffici alla titolare, è quello di "cessazione immediata dell’attività abusiva di somministrazione di alimenti e bevande". Di fatto, la cessazione della Scia: il titolo commerciale attraverso cui un’attività svolge regolarmente il suo esercizio.
Al centro della controversia, ci sono diversi elementi. Probabilmente, però, ad accendere i riflettori sul chiosco c’è il pezzo che il Carlino fece qualche giorno prima dell’emanazione del provvedimento, nel quale alcuni cittadini lamentavano episodi di disturbo della quiete pubblica e degrado. Anche l’allora assessore alla Sicurezza, Nicola Lodi, aveva detto al nostro giornale di aver ricevuto più di una segnalazione di problematiche legate all’attività. In effetti, qualche giorno dopo, è arrivata la misura restrittiva.
A questo punto – siamo in fase cautelare – spetterà alla giustizia amministrativa di Bologna stabilire chi ha ragione o chi ha torto. Nel frattempo, è arrivato il ricorso preparato dai legali della titolare, che contesta punto su punto il provvedimento amministrativo. Fra gli altri, la difesa della titolare – nel documento si fa per lo più riferimento al titolo per svolgere i lavori e ci si concentra per lo più sulla scia – rileva una "falsa applicazione per violazione del principio del contradditorio".
Nel merito, il legale sostiene che "i provvedimenti impugnati non sono stati preceduti da preavviso dei motivi ostativi. Secondo la giurisprudenza amministrativa – si legge nel ricorso – è illegittimo il provvedimento di archiviazione della Scia adottato dall’amministrazione senza la preventiva comunicazione dei motivi ostativi". Fermo restando che "i provvedimenti impugnati stanno arrecando gravi danni economici alla titolare".