"Sugli impianti di biometano non è finita la nostra battaglia a difesa del territorio". Si tratta della conclusione emersa nell’ambito dell’incontro, che i componenti del coordinamento provinciale No biogas-biometano e Rete Giustizia Climatica, hanno tenuto ieri per illustrare l’esito dell’incontro con Arpae sul tema della proliferazione degli impianti nella nostra provincia. Durante l’incontro, si è parlato anche del Consiglio comunale dell’altro giorno che ha visto all’ordine del giorno interpellanze presentate sulle realizzazioni di impianti per la produzione di biometano. Presenti Corrado Oddi (Rete Giustizia Climatica), Sandra Travagli (comitato No biometano cittadini Villanova), Gian Gaetano Pinnavia e Danila Ori (comitato Gaibanella). Nel merito delle due interpellanze, la prima è stata a firma del gruppo ‘La Comune’, relativa alla richiesta dell’azienda Bmet18 srl per la costruzione di un impianto a Vigarano Mainarda, ma con accesso da via Catena a Ferrara. L’altra del Gruppo M5S per la realizzazione della società Apis Fe1 di una centrale a Villanova. "In Consiglio sono state rese risposte evasive – così Sandra Travagli –, richiamando solo la normativa comunitaria relativa a questi impianti. Non c’è stata nessuna risposta verso i cittadini, riprendendo dati trasmessi del 2021. Ci aspettavamo una chiara posizione dell’amministrazione, invece... È stato comunicato che sarà realizzata una rotatoria a Villanova a cura della ditta dell’impianto, abbiamo sempre chiesto un confronto sulle ricadute".
Nel merito dell’incontro con Arpae, Travagli prosegue: "Abbiamo avuto una risposta e siamo stati ascoltati. Ponevamo preoccupazione per una problematica che interessa tutto il territorio provinciale, ovvero, il proliferare di 48 impianti e 14 in attesa di autorizzazione. Si chiede uno studio attuale sulla ricaduta dell’impatto del traffico pesante, valutazioni ambientali complessive, considerando anche gli impianti in confine tra i vari territori". Nel merito delle risposte alle interpellanze, Oddi ha aggiunto: "Le riteniamo sconcertanti, in quanto nella sostanza è inteso che i Comuni non possono fare nulla. Invece, viste altre esperienze di altri territori, si poteva porre deduzioni sui progetti per fermarli. Il numero di quest’impianti in provincia non ha eguali in tutta la regione. Per noi è una tematica che non è conclusa. Dopo la risposta di Arpae, attendiamo che anche Provincia e l’azienda Usl diano riscontro alle nostre richieste".
Mario Tosatti