I numeri fanno tremare i polsi. Ma d’altra parte, le decisioni aziendali che si sostanziano in un saldo di circa seicento licenziamenti nel territorio – stiamo parlando di Rexnord e Berco – sono indicatori chiari. Stiamo parlando delle ore di cassa integrazione straordinaria erogate nel nostro territorio del comparto manifatturiero per riorganizzazione e crisi d’impresa o in solidarietà. Ebbene, stando ai dati elaborati dal centro studi di Confartigianato, stiamo parlando di un milione e 545mila ore tra gennaio e agosto 2024, cinque volte il valore impiegato nei primi 8 mesi del 2023 (299 mila ore). In particolare nel settore della Meccanica. Il monte ore arriva così a rappresentare il 71,3% delle ore complessive di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contro il 10,6% osservato nei primi 8 mesi dell’anno scorso. Due terzi delle ore di Cigs di questi primi 8 mesi sono impiegate nella Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (999mila ore, il 64,7% del totale), un quarto è dedicato alla Metallurgia (371 mila ore, il 24,0%), seguono la Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (151 mila ore, il 9,7%) e Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (25 mila ore, l’1,6%). Gli ultimi dati dell’osservatorio sulle ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni dell’Inps evidenziano che in provincia di Ferrara tra gennaio e agosto 2024 sono state autorizzate 622mila ore di Cig ordinaria nei settori della meccanica. Complessivamente sono il 75,3% in meno rispetto alle ore autorizzate nello stesso periodo del 2023, tuttavia metà di queste (309 mila ore) sono impiegate nella Fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, che vede un aumento del 41,7% rispetto allo scorso anno. Altre 170 mila ore sono autorizzate nella Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici (-91,7% rispetto allo stesso periodo 2023) e 121 mila ore nella Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (quattro volte superiore allo stesso periodo 2023). Residuale l’utilizzo nella Metallurgia (22 mila ore, -90,5% rispetto allo scorso anno).
A commentare i dati – non senza preoccupazione – sono i vertici di Confartigianato, Graziano Gallerani (presidente) e Paolo Cirelli (segretario provinciale) e il responsabile della categoria dei metalmeccanici dell’associazione, Claudio Balboni. "I dati del nostro osservatorio – spiegano – fotografano una situazione di grande debolezza industriale del nostro territorio, che si accentua in particolare nel comparto della manifattura. Una crisi che ha ragioni profonde e che rischia, come nel caso di Berco e Rexnord, di creare vere e proprie crisi di carattere sociale oltre che abbassare i livelli occupazionali in modo preoccupante". Ed è per questo che "a più riprese abbiamo sostenuto la necessità che la politica – trasversalmente – si faccia carico di portare sul territorio misure straordinarie come la Zona Franca Urbana, di cui il recente via libera alla Zls può essere un primo tassello". D’altra parte, i vertici di Confartigianato concludono sulla ‘natura’ delle imprese artigiane rispetto alle multinazionali. "Confartigianato – chiudono – rappresenta imprese che non delocalizzano e cercano di superare le difficoltà rimanendo sul territorio, mettendoci tutto ciò che è nelle proprie possibilità economiche, anche familiari, senza fuggire dalle proprie responsabilità sociali. Per artigiani e piccole imprese industriali il territorio e le famiglie rappresentano un capitale ed un valore dal quale non si può prescindere".