Caso revisioni, altra perquisizione

La polizia ha eseguito verifiche in casa di uno degli arrestati. Nel mirino alcune armi in suo possesso

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FERRARA

Nuova perquisizione nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte mazzette in Motorizzazione. Dopo il blitz di due settimane fa che ha portato polizia stradale e guardia di finanza all’esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e quattro ai domiciliari), ieri mattina la polizia di Stato è tornata nella casa di uno degli arrestati. Nel mirino degli agenti della polizia amministrativa è finito Alessandro Barca, titolare di un’agenzia di pratiche auto della città ritenuto dagli inquirenti uno dei principali attori del presunto giro illecito insieme ai due funzionari della Motorizzazione Cesare Franchi ed Edoardo Caselli. I poliziotti si sono presentati nella sua abitazione per delle verifiche su alcune armi che Barca possiede in quanto collezionista. L’obiettivo, stando a quanto trapelato, è quello di appurarne la corretta tenuta. Da quel che si apprende, l’attività – delegata dal sostituto procuratore Andrea Maggioni, titolare dell’inchiesta sulle presunte tangenti in Motorizzazione – non è ancora finita. Non si esclude quindi che dal lavoro degli investigatori possano emergere nuovi elementi utili al filone di indagine sulle revisioni comprate. Al momento, però, il riserbo è massimo.

La lunga e articolata indagine di polizia stradale e guardia di finanza ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 216 soggetti. Di questi, sette sono stati arrestati. Uno di loro, l’imprenditore centese Mauro Gallerani, è morto l’altro ieri a causa dell’aggravarsi di una malattia della quale soffriva da tempo. Franchi, funzionario della Motorizzazione, è stato messo ai domiciliari e per diversi giorni ha parlato con gli inquirenti, dando la propria versione dei fatti e fornendo la massima collaborazione.

Parallelamente ai colloqui con il funzionario, è proseguita anche l’attività di indagine finalizzata a ricostruire il quadro completo di quanto accadeva tra le mura dell’ente di via della Canapa. Gli investigatori, lo ricordiamo, hanno portato alla luce un presunto giro di mazzette finalizzato a comprare revisioni per camion e rimorchi che, in condizioni normali, non avrebbero mai superato i test.

Federico Malavasi