La sentenza del giudice del lavoro sul caso della dipendente stagionale della Fondazione Teatro, Morena Morelli, viene vista positivamente dalla Slc-Cgil regionale che ha appoggiato fin da subito la lavoratrice nella battaglia legale seguita al mancato rinnovo del contratto per la stagione 2023/2024. "Vale la pena ricordare – si legge in una nota del sindacato – che la Fondazione Teatro Comunale ha subito una condanna da parte del Tribunale per comportamento antisindacale, per aver violato gli obblighi contrattuali e una conseguente condanna a risarcire il danno di immagine". Una condanna al pagamento di cinquemila euro che il direttore generale della Fondazione, Carlo Bergamasco, aveva ritenuto ’accettabile’, rispetto ai cinquantamila che erano stati chiesti dal sindacato. "Non ce ne voglia – prosegue la nota della Cgil – l’avvocato Bergamasco se il suo giudizio si limita al valore economico modesto, per questa organizzazione ciò che conta è il rispetto delle regole e degli accordi, dell’applicazione dei contratti nazionali e territoriali. Questo è il senso del ricorso presentato al Tribunale del lavoro".
La controversia. La battaglia legale tra Fondazione da una parte e sindacato e dipendente dall’altra era scaturita dal mancato rinnovo del contratto. Quindi per veder riconoscere l’atteggiamento antisindacale dell’organizzazione. In seconda istanza il reintegro. "Abbiamo ottenuto il riconoscimento dell’atteggiamento antisindacale della Fondazione – sottolinea il segretario generale Slc Cgil dell’Emilia Romagna, Antonio Rossa – e questo è ciò che chiedevamo. Per quanto riguarda il mancato rinnovo, il giudice non ha ritenuto che tale violazione (la mancata comunicazione come da contratto, ndr) si traducesse in un reintegro, ritenendo che questo secondo aspetto fosse da trattare in un separato giudizio individuale, che la lavoratrice ha già provveduto ad avviare". Ma non solo. "Quello che mi preme sottolineare infine – conclude Rossa – è che noi siamo un sindacato, il nostro compito non è giudicare, ma tutelare i lavoratori e la corretta applicazione dei contratti. Nel caso Morelli continueremo a farlo, anche con future mobilitazioni e una raccolta firme che sta giungendo a conclusione. E se, come viene dichiarato da settimane dalla Fondazione, la mancata informazione che il contratto di lavoro non sarebbe stato rinnovato era dovuta a una sorta di sensibilità verso la dipendente, di attenzione, non capiamo come mai questa sensibilità non si è tradotta in un confronto negoziale".
Il commento. Dal sindacato non comprendono come sia possibile "mantenere alta la tensione tra le controparti, soprattutto dopo avere manifestato la volontà di ristabilire le normali relazioni sindacali – prosegue la nota – utilizzando sulla stampa toni trionfalistici quando effettivamente rispetto all’oggetto del ricorso presento dal sindacato, si riscontra una evidente lesione di immagine, come certificato dalla sentenza". All’indomani della sentenza, il direttore generale della Fondazione, Carlo Bergamasco, aveva letto in maniera positiva la decisione del giudice Alessandra De Curtis, che nella sentenza non aveva rilevato nella decisione della Fondazione di non rinnovare il contratto "una volontà di ritorsione per l’attività di sindacalista di Morelli". Riconoscendo nella mancata informazione, il comportamento antisindacale.