REDAZIONE FERRARA

Caro bollette, prezzi bloccati. "Luce, 1.300 euro in più a famiglia"

Parla Zanini (Ircaf): "Rispetto al 2021 l’aumento sarà del 110% per i cittadini. Servono risposte dal Governo"

Ferrara, 2 ottobre 2022 - "Prezzi mai vista prima", e ancora, "una stangata in arrivo". Negli ultimi giorni è scattato l’ennesimo allarme sul caro bollette. Per molte famiglie e per molte imprese, infatti, il 30 settembre è coinciso con la scadenza dei contratti annuali per le forniture energetiche e le offerte sul mercato non sono affatto incoraggianti. Le famiglie che avevano contratti fissi (non soggetti quindi alle fluttuazioni del mercato) soltanto a Ferrara erano 41.435 per quanto riguarda l’energia elettrica e 33.278 per quanto concerne la fornitura del gas.

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Mauro Zanini, presidente i Ircaf (centro studi sul consumo) analizza la situazione
Mauro Zanini, presidente i Ircaf (centro studi sul consumo) analizza la situazione

Per questi nuclei, finora tutelati, scatteranno rincari esorbitanti. Sulle utenze non domestiche Arera (autorità di regolazione per energia reti e ambiente) fa sapere che "sono in essere offerte a prezzo fisso in misura inferiore rispetto ai domestici, ma comunque in via maggioritaria, 54,9%. Diversamente nel settore del gas per i clienti non domestici e i condomini uso domestico nel 2021 sono in essere principalmente offerte a prezzo variabile, rispettivamente per 56,3% e 72,1". Insomma, l’inverno che ci apprestiamo ad affrontare nella città estense e in tutta Italia sarà a dir poco duro. Mauro Zanini, presidente di Ircaf (centro studi sul consumo), analizza la situazione: "Abbiamo stimato che i cittadini pagheranno oltre il 110% in più rispetto quanto pagato l’hanno scorso. Dovuto agli ulteriori aumenti dal 1 ottobre delle attuali mega bollette del costo dell’energia elettrica annua per le famiglie, stante la speculazione sui mercati, il perdurare della guerra in Ucraina e le divisioni in Europa sul tetto del prezzo del gas e il mancato disaccoppiamento nella determinazione del prezzo dell’energia tra fonti fossili e rinnovabili".

In questa stima avete tenuto conto dell’intervento del Governo con il decreto ‘Aiuti bis’?

"Certo, le misure adottate però sono del tutto insufficienti. Mi riferisco all’azzeramento degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica e quasi del tutto anche in quella del gas, la riduzione dell’Iva sul gas per tutti i consumi al 5%, il rafforzamento del bonus energia. Questi provvedimenti non bastano".

E quindi?

"Il Governo, che si formerà nei prossimi giorni, dovrà di nuovo drasticamente intervenire".

Cosa è cambiato in sostanza?

"Il costo di un kw/h di energia nel domestico tutelato fino al 30 settembre riferito al consumo della famiglia tipo di 2700 kw/h è di 41,51 centesimi di euro al Kw/h, (di cui 31,17 centesimi il costo materia prima). Con l’ulteriore aumento delle tariffe, a 66,01 centesimi di euro al kw/h dal 1 ottobre (di cui 53,45 centesimi il costo materia prima), registreremo una spesa: per i primi tre trimestri pari a 872 euro che sommati all’aumento per il 4°trimestre di 450 euro, il totale ammonterà a 1322 euro per il 2022, con un aumento di 691 euro rispetto al 2021 pari al + 110%. Confrontando la spesa annua prevista per il 2022 con il 2020 l’aumento si attesterà a +173%".

Sono numeri drammatici.

"E non sappiamo cosa succederà per il gas. La scelta di Arera di rifarsi al mercato italiano invece che a quello di Amsterdam ha cambiato lo scenario. Le stime che si rifacevano al 31 agosto scorso davano una quotazione spaventosa di 3 euro al metro cubo. Adesso, invece, dopo le contrattazioni, vedremo quale sarà il prezzo".

Cosa succederà alle aziende?

"Molte imprese hanno già ricevuto la disdetta da parte di alcuni fornitori dei contratti a prezzo bloccato. Si rischia l’insolvenza da parte di tante aziende. Anche i fornitori di energia più piccoli, del resto, rischiano grosso".

Si spieghi.

"Chi ha sottoscritto contratti bloccati con i clienti alle quotazioni precedenti rischia di fallire, perché non guadagnerà nulla; anzi avrà forti perdite. In Inghilterra ci sono società di fornitura che sono fallite. In Germania la più grossa società di vendita di energia è stata nazionalizzata dal Governo".

E le grosse società italiane di fornitura?

“Sono abbastanza solide e molte ricorreranno alla disdetta dei contratti a prezzo bloccato con le aziende".

Come ne usciamo?

"La strada migliore sarebbe stata creare un consorzio europeo che andasse a trattare il prezzo di acquisto di energia e gas con i fornitori. Ma come abbiamo visto non si è concretizzata".