
Il 20 novembre rischia di scattare la prescrizione, saranno trascorsi dieci anni esatti dal crac. Federconsumatori si appiglia ad una sentenza del 2023: "Nuovi contenziosi nei confronti di Bper".
Si apre una speranza per gli ex azionisti Carife di recuperare quanto investito a dieci anni dal default della banca cittadina. A dirlo è Federconsumatori, che si appiglia ad una sentenza della cassazione datata 2023 che stabilisce "la responsabilità delle nuove banche nei confronti dei risparmiatori rispetto alle violazioni commesse dagli istituti precedenti".
Il 22 novembre di quest’anno scadono i termini della prescrizione, a dieci anni esatti dal fallimento della Cassa di Risparmio, ma questa sentenza apre ulteriori scenari: "Ora è Bper a dover rispondere delle violazioni di Carife – spiega l’avvocato Massimo Buia (secondo da sinistra con gli altri relatori) –, è stato accertato che la vendita e il collocamento dei titoli sono avvenuti in modo inadeguato: erano titoli rischiosi e liquidi che non potevano essere venduti ad una platea indiscriminata. Si apre ora uno scenario giuridico nuovo, con la possibilità di esercitare nuovi contenziosi nei confronti di Bper. Ci siamo occupati di queste vicende tante volte ottenendo decisioni favorevoli, la speranza è che si possano aprire tavoli di confronto e mediazione".
"Questa sentenza della cassazione apre uno spiraglio per i risparmiatori – commenta l’avvocato Ermanno Rossi –, invitiamo i vecchi e i nuovi associati di Federconsumatori ad intervenire, ora c’è ragione di rinnovare le lettere interruttive di prescrizione con l’obiettivo di recuperare denaro anche nei prossimi dieci anni".
Federconsumatori terrà un’assemblea martedì 4 marzo alle 17 nella sede di Piazza Verdi, per informare ulteriormente i propri associati sulla questione: "Come detto dai colleghi, siamo quasi alla scadenza del termine dei dieci anni, visto che Carife fallì il 22 novembre 2015 – spiega il presidente Roberto Zapparoli -. Ma questa sentenza ci dà una speranza, e la dà soprattutto agli azionisti, che fin qui hanno portato a casa circa il 40% di quanto investito. Il nostro tentativo è quello di far inviare loro a Bper, tramite la nostra associazione, delle lettere per bloccare i termini della prescrizione in modo tale da lasciare aperte delle possibilità di recuperare denaro anche nei prossimi dieci anni. Vogliamo alzare il tiro, creare massa critica e far sì che la banca si renda disponibile ad aprire dei tavoli: seguiamo almeno 3mila ex azionisti, molti di questi sono persone anziane e siamo disponibili a farci carico dell’invio di lettere in forma digitale".
Si apre quindi uno spiraglio per i risparmiatori, recuperare i soldi perduti non è più una chimera.
Jacopo Cavallini