REDAZIONE FERRARA

Caporalato, bonifica dopo l’aviaria: "Lavoravo anche 11 ore al giorno"

Processo Bidente, un operaio: "Tiravo via i polli morti con le mani nude". Spunta un settimo indagato

Caporalato, bonifica dopo l’aviaria: "Lavoravo anche 11 ore al giorno"

Caporalato, bonifica dopo l’aviaria: "Lavoravo anche 11 ore al giorno"

CODIGORO

"Dovevamo togliere i polli morti dalle gabbie e metterli in alcuni contenitori per essere smaltiti...lavoravamo con mascherina e tuta, niente guanti. Indossavamo tutto anche per sei giorni di fila". È lo ’specchio’ delle condizioni lavorative all’Eurovo di Codigoro, durante i lavori di bonifica a seguito dell’aviaria, che furono appaltati alla Cooperativa Bidente. È uno degli operai che testimonia nell’ambito del processo che vede alla sbarra sei imputati, cui di recente si è aggiunto un settimo indagato, il cui ruolo è emerso durante le testimonianze dell’udienza precedente. "Venne a casa mia un conoscente – ha raccontato al pm Andrea Maggioni, il marocchino di 38 anni – per dirmi se volevo lavorare. Dissi di sì, mi avrebbero dovuto pagare sei euro all’ora. Dalla fine di settembre del 2017 fino a novembre mi ritrovai nell’immenso capannone a tre piani, pieno di polli morti. Ma non mi fu mai detto che ci potevano essere pericoli per la mia salute". Si trattava infatti di polli uccisi in quanto infettati dal virus dell’aviaria. "Quando non era possibile cambiare le tute – ha proseguito – o le mascherine, che erano senza filtro, prendevamo quelle che erano disponibili. Rovistando anche tra i rifiuti". Alla fine dei due mesi circa di lavoro, all’operaio furono corrisposti 700 euro. "Ma mi spettavano molti più", ha sottolineato in risposta a una domanda specifica del pm. Il testimone ha raccontato anche di aver fatto turni di undici ore di lavoro e di essersi riposato complessivamente per 45 giorni nei due mesi di lavoro.

L’inchiesta. Gli imputati sono i forlivesi Elisabetta Zani, Gimmi Ravaglia e Ido Bezzi (presidente, vicepresidente della Bidente) e i marocchini Abderrahim El Absy, Ahmed El Alami e Lahcen Fanane. A questi si è aggiunto di recente un settimo indagato. Le accuse sono sfruttamento e appalti sospetti. Le indagini seguirono gli accertamenti su un incidente mortale che coinvolse un furgone che stava riportando a casa gli operai, avrebbero portato ad accertare che quei lavoratori rientravano dallo stabilimento codigorese, dove erano impegnati nelle operazioni di bonifica dei polli morti. L’attenzione della guardia d finanza su focalizzò sull’appalto da cinque milioni affidato alla cooperativa del Bidente, con sede in provincia di Forlì. Quest’ultima, però, aveva concesso in subappalto ad altre tre società i lavori di abbattimento dei capi di pollame, di pulizia e di disinfezione.

Cristina Rufini