È il Pd che, dopo le dichiarazioni del capogruppo Massimo Buriani, torna sulla seduta del Consiglio comunale interrotta dai manifestanti proPal. "Comprendiamo pienamente le motivazioni della protesta da parte delle associazioni palestinesi – premettono i dem – ma, allo stesso tempo, non condividiamo le modalità adottate che hanno di fatto impedito lo svolgimento del dibattito e del voto sulle mozioni. Un dibattito a cui erano già iscritti e pronti ad intervenire diversi consiglieri del Pd". In quanto al sindaco, "che si è palesato in Consiglio solo al momento della presentazione delle mozioni – prosegue la nota del gruppo Pd – ne rimarchiamo la reazione scomposta e provocatoria contro i contestatori, rispondendo alle proteste con invettive indiscriminate, sia nei confronti dei palestinesi che nei confronti delle forze politiche di minoranza, compreso il Partito Democratico". Un comportamento, quello di Fabbri, giudicato dai dem "non rispondente alle sue responsabilità istituzionali e politicamente scorretto, che ha colto al volo l’interruzione per togliersi dall’imbarazzo politico di dover dare seguito a quanto richiesto con le mozioni, compresa quella della maggioranza: cioè di attivarsi politicamente per il riconoscimento dello Stato di Palestina". Sul merito delle tre mozioni presentate, ma non discusse per via della contestazione, la posizione del Pd è abbastanza chiara. "In premessa – precisano i dem – richiamiamo la necessità del riconoscimento dello stato di Palestina come condizione necessaria per garantire la stabilità in Medio Oriente e per favorire una soluzione equa e duratura ad un conflitto israelo-palestinese che dura ormai da oltre 80 anni. Nel documento condanniamo fermamente gli efferati attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023, con l’uccisione di centinaia di civili inermi e la presa di ostaggi, ma altrettanto fermamente condanniamo e denunciamo la spropositata reazione del governo israeliano che ha deciso la punizione collettiva del popolo palestinese". Si tratta, si legge in chiosa, "di azioni che allontanano sia il diritto del Popolo palestinese ad uno Stato e a confini precisi, sia il diritto del popolo israeliano di vivere in sicurezza nel proprio Stato".
Cronaca"Capiamo i motivi della protesta, ma metodi sbagliati. Sindaco provocatore"