ANJA ROSSI
Cronaca

Buoni spesa Ferrara, il tribunale "Criteri discriminatori"

Emanato il provvedimento che impone al sindaco la riformulazione. Lui: "Decisione assurda, non arrestro di un millimetro"

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara (Foto Serra)

Alan Fabbri, sindaco di Ferrara (Foto Serra)

Ferrara, 30 aprile 2020 - Quella precedenza ai cittadini italiani è "discriminatoria": il punto fermo l'ha messo il tribunale civile di Ferrara in merito ai criteri di acessi ai buoni spesa forniti dal Comune. “Non mi lascerò intimidire”, aveva scritto solo ieri il sindaco Alan Fabbri sulla sua pagina Facebook. E l’ordinanza cautelare del giudice Mauro Martinelli, del Tribunale di Ferrara, non si è fatta attendere.

Nell'ordinanza che accoglie il ricorso si legge infatti che quei criteri sono "discriminatori" in quanto "contengono, per gli stranieri extra Ue, il requisito del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, anziché i soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale". Inoltre, è stata ritenuta discriminatoria anche la parte della delibera, datata 1 aprile, che "prevede un ordine di priorità a favore dei cittadini italiani, quindi degli appartenenti all'Unione Europea e, infine, ai cittadini non appartenenti alla Ue". Da qui la decisione di "ordinare al Comune di riformulare i criteri" senza le clausole che erano state predisposte, "consentendo la presentazione di nuove domande, prefissando un termine idoneo e attribuendo ai nuovi richiedenti il medesimo importo attribuito ai primi richiedenti che si trovassero nella stessa condizione, applicando per gli uni e per gli altri i medesimi criteri" e attribuendo ai nuovi richiedenti lo stesso importo ottenuto da chi ha già potuto accedere ai buoni. La causa era stata intentata da Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, alla quale hanno poi aderito anche Cgil, Cisl, Uil e l’Associazione Culturale Umanità.

"L'assistenza e la solidarietà sociale devono, dunque, essere riconosciute non solo al cittadino, ma anche allo straniero", spiega Martinelli. "Nei limiti in cui poi si rifletta sul diritto alla alimentazione, quale bisogno primario di ogni essere umano, la disciplina normativa finisce per incidere", prosegue il giudice su "quel 'nucleo irriducibile' di diritti fondamentali della persona che lo Stato deve riconoscere a tutti" indipendentemente dalle norme che regolano il soggiorno nello Stato. Dunque "i titolari di protezione internazionale, nazionale e richiedenti asilo poi sono equiparati ai cittadini in materia di assistenza sociale, ai sensi dell'art. 27 del d.lgs. 251/2007, sicché la loro esclusione appare del tutto ingiustificata; i titolari di protezione umanitaria o di protezione per casi speciali hanno diritto alla parità di trattamento perché il relativo permesso di soggiorno ha durata non inferiore all'anno".

E non si è fatta attendere nemmeno l'indignata risposta del sindaco, che ha bollato l'ordinanza del tribunale come "un attacco vero e proprio all'Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo". Lo scrive su Facebook il sindaco leghista Alan Fabbri secondo cui la pronuncia del giudice "mette a rischio i buoni spesa per tantissime famiglie".

Già nei giorni scorsi Fabbri aveva annunciato battaglia: “Sbandierare il termine ‘discriminazione’ per fare propaganda politica - aveva scritto il sindaco Fabbri sempre ieri su Facebook -, sapendo bene che alle categorie dei richiedenti asilo in particolare vanno già consistenti aiuti da parte del nostro welfare, anche superiori rispetto a chi oggi vive il dramma dell’emergenza e ha sempre lavorato, è molto grave in un momento difficile come questo. Qualsiasi sia la sentenza del giudice sappiate, cari ferraresi, che non mi lascerò intimidire e andrò avanti su questa linea fino alla fine. Perché ritengo che oggi sia fondamentale far ripartire le categorie produttive del paese, che alimentano il nostro sistema economico, e che sono state bloccate da una crisi senza precedenti”.