NICOLA BIANCHI
Cronaca

Indagine nella Ferrara bene, schiavizzò e pestò l’amico: “Oggi vive senza milza”

Alla vittima, per i pugni e i calci subiti allo stomaco, venne asportato l’organo. Chiusa l’indagine, la Procura: “Atti persecutori per un anno e lesioni gravissime”. Contestate due aggravanti, con una delle quali rischia pene altissime

Pronto Soccorso

Il 45enne venne operato d’urgenza e rimase in ospedale in gravissime condizioni

Ferrara, 2 novembre 2024 – Per oltre un anno si era letteralmente insediato nella sua abitazione, “approfittando del loro rapporto di amicizia”, dormendo, mangiando e usando ogni tipo di servizio senza sborsare un euro.

Ma soprattutto rendendo un inferno la vita del proprietario, finito in ospedale per le botte ricevute e causandogli l’asportazione della milza. Una vicenda che nella sua drammaticità ha del paradossale, pensando anche all’ambiente, la ’Ferrara bene’, nel quale provengono i protagonisti: indagato e parte lesa.

Ora però c’è un punto fermo, l’inchiesta è chiusa e l’atto 415bis nei giorni scorsi è stato notificato alle parti. Un documento pesantissimo dove il pm Andrea Maggioni mette in fila la sequela di accuse mosse nei confronti di ferrarese di 43 anni (difeso dall’avvocato Francesca Zecchi), il quale è chiamato a rispondere di atti persecutori e lesioni con una serie di aggravanti nei confronti di uomo che di anni ne ha due in più (difeso dall’avvocato Simone Bianchi). Il quale, scrive il magistrato, ancora oggi vive uno stato “di ansia e paura”, con il “fondato timore per la propria incolumità” e si è visto “costretto a modificare le proprie abitudini di vita”.

Il resoconto prende vita da aprile 2023 quando la futura parte offesa spalanca le porte di casa sua, nel cuore del ghetto, a chi reputava amico. Qui invece iniziano gli scontri, “quasi giornalmente” l’indagato “lo offendeva” pesantemente, “spesso lo percuoteva con schiaffi e pugni, questi ultimi diretti alla pancia dove la vittima aveva subito un precedente intervento chirurgico”.

Ottobre di un anno fa: il clima non si sistema e le botte proseguono (“un pugno al volto gli causò un occhio nero”), questa volta legato al rifiuto della vittima di attivare alcune postepay. Altri episodi violenti vengono registrati poi a gennaio (“lo minacciava di pestarlo a sangue”) e ad aprile (“accusandolo falsamente di avergli rubato il telefono, gli metteva le mani al collo e lo colpiva”; “lo aggrediva facendolo sbattere contro un garage e minacciandolo con la frase non finisce qui’”).

Ma non era ancora finita perché a metà di quello stesso mese ecco l’episodio più inquietante: altri “pugni e gomitate nella pancia”, con la vittima spedita in ospedale e i medici costretti ad asportargli la milza.

Il caso esplode anche mediaticamente, mentre sull’aguzzino viene emessa una misura di divieto di avvicinamento. Nel calderone delle accuse, vengono contestate anche due aggravanti: l’aver provocato la perdita di un organo ma soprattutto dall’essere stato commesso dallo stesso autore già indagato di atti persecutori. Specifica, quest’ultima, che può portare a pene altissime.