MARIO BOVENZI
Cronaca

Boom di telecamere e sensori, villette come fortini contro i ladri: “Così ci siamo barricati”

Viaggio nelle frazioni che alcuni mesi fa sono state bersagliate dai furti. C’è chi ha speso anche 10mila euro per proteggere il perimetro. “Rubano e tornano subito liberi, forze dell’ordine e istituzioni con le mani legate”

Luca Fergnani, 41 anni, mostra i cartelli che annunciano la presenza degli allarmi

Telecamere e sensori contro i ladri: Luca Fergnani, 41 anni, mostra i cartelli che annunciano la presenza degli allarmi

Ferrara, 15 settembre 2024 – Perché non ci siano dubbi è scritto a chiare lettere nei cartelli, bordati di rosso, lo sfondo le sbarre del cancello. “Allarme, con videoregistrazione collegato alle forze dell’ordine”, si legge. C’è anche il disegno di una telecamera e di una casa stilizzata, il simbolo di un lucchetto.

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“Ci siamo blindati”, dice Luca Fergnani, 41 anni, la villa immersa nel verde del giardino, i colori smaltati da un sole pallido, quasi una cartolina. “Ci sono 28 sensori, lungo tutto il perimetro dell’abitazione”, sottolinea, la certezza di aver fatto il possibile per tenere lontani i ladri da quello spazio, dalla vita della sua famiglia. “Se suona l’allarme ci telefonano subito, chiedono la parola d’ordine. Se non la sai arrivano in un batter di ciglia”, come un film americano.

Via Alceste Ricciarelli, Aguscello, la strada che attraversa la frazione di Ferrara. Case e vie, lungo i marciapiedi, sensori ed occhi elettronici. La scia di furti di alcuni mesi fa – che aveva colpito Cona, Malborghetto, Aguscello – è passata ma è rimasta la paura nei residenti. Che hanno aperto il portafogli, per trasformare le case in piccoli fortini, si augurano, a prova di ladro.

Qui è nato un comitato che chiede sicurezza. C’è anche una chat, un gruppo WhatsApp. I cittadini si scambiano saluti e sos. “Ci sono persone sospette, attenzione”. Insomma, si sono ingegnati per trasformare la paura in solidarietà. “Ho subito un furto anche nella mia abitazione al Lido di Spina – riprende Fergnani –. Eravamo in casa quando i ladri sono entrati, per fortuna si sono fermati nella prima stanza, hanno trovato i portafogli su una mensola, hanno fatto man bassa e sono andati via. Il tempo è passato, la preoccupazione è rimasta. Così sono corso ai ripari”.

C’è il sistema d’allarme anche nella chiesa di San Michele Arcangelo. Ma quella è storia vecchia. Spiega Marilena Marzola, una residente: “E’ stato messo tanti anni fa, forse è stato proprio quell’allarme a proteggere il luogo sacro”. Perché i ladri avevano provato ad entrare anche lì. Dove i cittadini si trovavano dopo la messa per decidere cosa fare. Ci fu anche una passeggiata, la sera, per dare un segnale. “La società è cambiata, l’Italia è cambiata. Servono leggi severe per fermare i predoni. La polizia li arresta, i Comuni cercano di investire in sicurezza, di aiutare i cittadini rafforzando servizi e pattuglie dei vigili urbani. Ma poi te li ritrovi lì, liberi dopo nemmeno 24 ore. Cosa può fare un poliziotto, un Comune davanti a tutto questo?”, le parole di un pensionato. C’è chi, in quel reticolo di strade, ha speso fino a diecimila euro per alzare una barriera.

Magari con le telecamere che parlano pure. “Attento, sei in una proprietà privata”, la voce metallica, una carezza sul volto coperto dei predoni. Laura Maranini, un’altra residente, racconta: “Qui ci sono strade che pullulano di occhi elettronici, allarmi collegati alle forze dell’ordine, vengono protetti piscine, muri e recinzioni. Ma in alcuni casi i ladri ci provano lo stesso. Hanno in genere 5 minuti di tempo dal suono dell’allarme all’arrivo degli agenti. E loro rischiano”. Cora Talmelli è la responsabile del comitato. “Il nostro obiettivo è certo la sicurezza ma non solo. Vogliamo rilanciare la frazione. Ormai qui hanno chiuso il bar, il negozio di generi alimentari. Le poste sono a Gaibanella. Forse i furti hanno avuto un effetto positivo, ci hanno unito”.