La scuola multietnica è una realtà che si misura nei numeri. Le classi all’interno delle quali la soglia di stranieri – alunni con cittadinanza non italiana, si legge nelle tabelle – supera abbondantemente il 30% ormai sono sempre più numerose. Si chiamano, tecnicamente, classi in deroga. Viene concesso dallo Stato all’istituto scolastico di ’derogare’ dalla soglia massima del 30% di ragazzi stranieri. Scorrendo quegli elenchi, dove figurano istituti sia in città che nei paesi della provincia, si ha l’impressione che ormai le classi in deroga non siano più l’eccezione, ma la regola. Al Cosmé Tura di Pontelagoscuro sono 31; 27 al Bonati di Bondeno; ancora 27 al Govoni di Ferrara; 23 al De Pisis, sempre a Ferrara. 28 al Guercino di Cento; 30 al Bernagozzi di Portomaggiore, in testa alla classifica tra i comprensivi della provincia. Il primo, nella hit parade delle classi in deroga degli istituti superiori, è il Rita Levi Montalcini, con sedi ad Argenta e Portomaggiore. Il Montalcini ha una scuola professionale e il liceo. Sono 720 gli alunni, un terzo frequenta il plesso di Portomaggiore. Due terzi ad Argenta. A Portomaggiore, nel professionale, le classi in alcuni casi sono formate dal 70% di stranieri. Ad Argenta, dove si trova il liceo, la percentuale scende al 20%. Il dirigente scolastico è Diego Nicola Pelliccia.
Qual é il primo passo per accogliere ragazzi che vengono da altri paesi?
"L’alfabetizzazione. Per cercare di integrare i nuovi arrivati ci avvaliamo anche di tutor"
Chi sono?
"Studenti più grandi che hanno già dimestichezza con la lingua italiana, compagni di scuola che già con la loro presenza li fanno sentire accolti. Rendono l’ambiente scolastico più familiare. Ad indossare queste vesti gli studenti del 4° e 5° anno che seguono così i ’colleghi’ più giovani"
Non è un compito facile
"Facciamo ricorso anche al mentoring"
Che cos’è?
"E’ una metodologia di formazione che fa riferimento a una relazione uno a uno. In pratica ad un alunno viene assegnato un insegnante. Oppure si procede per piccoli gruppi. Quindi un docente per tre o quattro alunni"
Da quali Paesi provengono?
"Ci sono nella nostra scuola due grandi componenti. Una, quella più numerosa, formata da ragazzi che arrivano da Pakistan. L’altra da alunni della zona del Maghreb"
I docenti?
"Devono avere una preparazione specifica. Seguono magari dei corsi per riuscire ad insegnare proprio la lingua italiana"
Ci sono all’interno della scuola diverse confessioni religiose, si sono verificati motivi di contrasto?
"No. Anche perché si tratta di una scuola dalle dimensioni umane, non grande. Parliamo in tutto di 700 ragazzi. Io stesso conosco bene gli studenti, li conoscono uno per uno. Questo ci aiuta ad andare incontro ai loro bisogni"
Da quanti anni dirige il Rita Levi Montalcini?
"Dal 2019, sono sei anni"
Una piaga della scuola italiana è il bullismo. Si sono verificati episodi nella sua struttura?
"Ci sono stati momenti molto delicati durante gli anni del Covid, i ragazzi sembravano essere andati in crisi. Poi quella fase è stata superata"
Quale didattica adottate?
"Stiamo varando nella struttura di Argenta il modello Dada, un modello rivoluzionario che organizza gli spazi in base alle discipline. Si basa sulla responsabilità dei ragazzi"
I telefonini?
"Sono state le famiglie stesse a chiedere di non farli usare durante le lezioni".
m. b.