Vertenza Bompani, si intravvede la luce dal tunnel. "Una buona notizia che attendevamo dal Tribunale di Ferrara, che con la sentenza arrivata ieri, di fatto garantisce la continuità allo stabilimento che ha sede a Ostellato. Una buona notizia, dunque, per l’azienda, per i lavoratori e per le loro famiglie". Queste sono le parole di soddisfazione del presidente della Provincia di Ferrara, Daniele Garuti, e del sindaco di Fiscaglia e consigliere provinciale, Fabio Tosi, a commento del decreto emesso e depositato dal Tribunale estense in favore dell’azienda che conta 83 dipendenti, di cui 80 a Ostellato e 3 nella sede di Modena, a seguito dell’udienza del 19 novembre scorso.
Con la sentenza di omologa del concordato in continuità, questa la formula giuridica, il piano concordatario proposto dall’azienda è stato accettato con voto favorevole dai creditori e, appunto, la procedura è stata omologata dal Tribunale in applicazione della normativa a protezione dei creditori. Con questa decisione l’azienda torna in bonis, cioè il piano di ristrutturazione del debito è stato accettato, ed è dunque scongiurata l’ipotesi peggiore della liquidazione giudiziale, vale a dire la chiusura. Il prossimo incontro sarà con la Regione Emilia-Romagna del nuovo presidente Michele De Pascale – che proprio nelle ultime ore ha ufficializzato i nomi della nuova Giunta di viale Aldo Moro nella quale, però, non siederanno esponenti ferraresi – per concordare l’estensione della cassa integrazione per tutti gli 83 lavoratori, di cui la Bompani ha necessità per i primi mesi di ripartenza.
Il sindaco di Ostellato, Elena Rossi, vede il bicchiere mezzo pieno: "E’ il primo passo nell’auspicabile soluzione definitiva della crisi, che ha messo a dura prova gli operai e le loro famiglie". Le caselle del domino stanno andando al loro posto, ma non è finita. Lo spiega chiaramente Enrico Vento, l’amministratore delegato della Bompani: "A partire dal 2025 – dice al nostro giornale – ripartiremo gradualmente con la normale attività. Abbiamo un portafoglio ordini che copre tre mesi di produzione e vale oltre 4 milioni e mezzo. I nostri clienti sono soprattutto della zona del Medio Oriente. In questa fase abbiamo riorganizzato l’azienda, la capacità produttiva è assicurata, i fornitori ci stanno rifornendo del necessario e le banche ci stanno finanziando".
La cassa integrazione sarà interrotta alla fine dell’anno, poi che cosa succederà? "Intanto – riprende subito l’amministratore delegato – mi lasci dire che sono molto contento per i miei lavoratori, grazie al concordato potranno uscire gradualmente dalla cassa integrazione, che sarà mantenuta ancora per sei mesi. Siamo in fase di ripartenza, la cassa integrazione serve per coprire eventuali problemi produttivi".
Il discorso va avanti, si parla del portafoglio ordini. Ciò significa che la produzione è ripartita? "La produzione – precisa ancora – funziona, anche se a singhiozzo, dalla tarda primavera, servirà ripartire con più lena e i con tutti lavoratori per rispondere alle commesse. E’ un bel regalo di Natale, il 20 dicembre in fabbrica incontrerò i lavoratori per illustrare l’accordo".