FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Biometano a Gaibanella. Arpae, ok alla centrale. Il sindaco: "Un’assurdità"

Scoppia la polemica dopo il parere favorevole alla realizzazione dell’impianto. Fabbri: "Contro il voto unanime del Consiglio comunale, ora ricorso al Tar".

Una delle proteste dei residenti della frazione contro la realizzazione di una centrale biometano a Gaibanella

Una delle proteste dei residenti della frazione contro la realizzazione di una centrale biometano a Gaibanella

Non poteva non suscitare polemiche. Arpae ha dato parere favorevole alla realizzazione dell’impianto a biometano di Gaibanella, generando l’indignazione del primo cittadino Alan Fabbri che, fra le altre cose, annuncia l’intenzione di ricorrere al Tar. "Trovo assurda e delegittimante una legge che permetta di andare in deroga a un parere unanime del Consiglio comunale – così Fabbri – . Ci stiamo già attivando per fare ricorso al Tar".

Il primo cittadino ricorda infatti come "lo scorso 2 dicembre il Consiglio comunale aveva compiuto un atto di grande responsabilità, votando unanimemente contro il permesso di costruire in deroga per l’edificazione di un secondo impianto a Gaibanella. Già come giunta, a ottobre, avevamo espresso il parere negativo, parere poi confermato dai consiglieri di maggioranza e opposizione a dicembre". Le motivazioni che avevano portato l’aula a una decisione negativa al permesso di costruire la centrale riguardava, come aveva già espresso la giunta, l’eccessiva concentrazione di impianti analoghi sul territorio comunale e provinciale, rendendo necessario un riesame degli impatti complessivi rispetto ai benefici, come l’impatto sul traffico e sulle infrastrutture presenti, una pressione sull’agricoltura locale, scarsi benefici occupazionali per il territorio. In particolar modo, il ‘no’ unanime del Consiglio al rilascio del permesso di costruire la centrale a biometano in deroga alle norme del Regolamento urbanistico ed edilizio, era stato dettato da un principio di prudenza, data la vicinanza a centri abitati e al Polo funzionale dell’ospedale di Cona.

Arpae, nei giorni scorsi, aveva dato un preavviso alla società Biofe, procedendo quindi verso un primo parere contrario all’autorizzazione unica. Tale preavviso era stato presentato all’azienda proponente, che secondo normativa aveva la possibilità di presentare a sua volta memorie. A seguito di queste, l’agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna ha rilasciato l’autorizzazione unica alla costruzione. Anche Rete della Giustizia climatica prende posizione contro la decisione di Arpae di autorizzare la realizzazione dell’impianto. "Riteniamo che tale decisione sia molto grave – si legge in una nota – nel senso che non tiene conto delle questioni sollevate dai cittadini di Gaibanella, e, soprattutto, che il processo che l’ha determinata sia semplicemente scandaloso. Il consiglio comunale aveva votato all’unanimità il 2 dicembre scorso il diniego al rilascio a costruire in deroga al Rue, ma precedentemente, il 15 novembre, il settore Governo del territorio del Comune aveva espresso un parere urbanistico-edilizio in modo favorevole e condizionato. Alla fine, il rappresentante del Comune, nell’ultima riunione della Conferenza dei servizi, si è dichiarato complessivamente favorevole, seppure con prescrizioni, sugli aspetti tecnici del progetto. Siamo in presenza di due fatti assolutamente sconcertanti: il primo è che l’amministrazione comunale contraddice l’espressione del Consiglio comunale, continuando con una prassi da ‘gioco delle tre carte’, come abbiamo già visto per la vicenda dell’impianto di Villanova, per cui, da una parte, l’amministrazione esprime la propria contrarietà al permesso a costruire ma, dall’altra, si appoggia al pronunciamento dei tecnici per modificare la propria posizione".

Insomma, conclude la Rete per la giustizia climatica insieme ai comitati che si sono costituiti contro la realizzazione degli impianti "siamo di fronte all’ennesimo pasticcio e ad una decisione negativa per le persone interessate, che non possono che vedere un nostro giudizio fortemente critico da parte nostra". Ma, volendo, "si può provare a rimediare – concludono –: se l’amministrazione è convinta della delibera proposta e approvata dal Consiglio comunale e non intende semplicemente scaricare su Arpae la responsabilità di questa decisione, allora faccia ricorso al Tar".