Ferrara, 19 giugno 2021 - Una tragedia, da qualsiasi parte la si guardi e qualunque responsabilità potranno in futuro essere accertate, ciò che si è consumato nelle prime ore di giovedì tra le quattro mura di un appartamento Acer della prima periferia della città, è una tragedia umana. Un bambino di un anno – con grandi occhi scuri – morto nel lettone che condivideva con la madre, ferrarese 29 anni da compiere, e lei in stato di choc con i polsi insaguinati e altri due figli piccoli spaventati in un’altra stanza.
Bimbo morto a Ferrara, l'urlo della mamma: "Aiuto, l'ho ucciso io" - Nessun segno di violenza sul piccolo
E’ questa la scena che si sono trovati davanti i carabinieri del Nucleo investigativo di Ferrera entrando in quell’appartamento. Con la madre, insaguinata, che gli ha urlato: "Mio figlio è morto, l’ho ucciso" per poi, più tardi, dichiarare l’esatto contrario: "Non l’ho ucciso io". Che cosa è accaduto nelle ore precedenti in quella stanza dovrà essere ricostruito dalla Procura di Ferrara, dal pm Lisa Busato che coordina le indagini dei carabinieri. Ieri, ventiquattro ore dopo il ritrovamento senza vita del bambino, il procuratore capo Andrea Garau, categoricamente, ha riferito alla stampa: "Non rilasciamo dichiarazione su questo caso". Quindi nessuna posizione ufficiale da parte della procura estense. Di certo c’è che un bambino di un anno è stato trovato morto nel lettone, senza alcun segno apparente di violenza e che con lui c’era la madre in preda a una crisi, la quale probabilemente aveva tentato di tagliarsi le vene. Ma che cosa è accaduto in precedenza? Alcuni vicini avrebbero raccontato di aver udito alcuni colpi intorno alle 5 del mattino, ma, ripetiamo, sul corpicino del piccolo non ci sarebbero segni di violenza. Morte naturale? E la madre quando se ne accorge si incolpa per non averlo protetteto? Oppure il piccolo è morto soffocato? Perché?
Soltanto l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, potrà fare piena luce. Così come gli esami tossicologici che saranno probabilmente disposti sulla madre e sul piccolo. La ventinovenne, in passato arrestata per avere accoltellato il compagno – tunisino e padre dei tre figli – durante il sonno, ha anche un pregresso di tossicodipendenza. Possibile che questo possa avere influito sulle condizioni di salute del piccolo? Tutte risposte che potranno arrivare dopo i primi risultati dell’autopsia. Prima si tratta di ipotesi a meno che la madre, ieri ancora ricoverata all’ospedale di Cona, non in condizioni gravi, non racconti che cosa è accaduto in quella camera. Le confuse dichiarazioni fatte, a caldo, ai militari dell’Arma non vengono ritenute attendibili. Un’indagine complessa che ha portato all’apertura di un fasciolo d’inchiesta per atti relativi ma che a breve potrebbe contenere delle ipotesi di accusa, anche solo come atto dovuto nei confronti della madre: dall’omicidio colposo a morte come conseguenza di altro reato, fino a quella più grave, di omicidio volontario. L’indagine resta cioè a tutto campo e quanto potrà raccontare la madre sarà fondamentale. Chissà poi se, con tutte le cautele del caso, in futuro potranno dire qualcosa anche gli altri due figli, minori entrambi, che erano nell’appartamento, anche se in un’altra stanza.