FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Big Town, a un anno dall’orrore. Raid vandalico, scatta la denuncia. Ieri un sopralluogo nel locale

Si cercano eventuali telecamere che possano aver ripreso movimenti sospetti. Sul posto anche il proprietario

Si cercano eventuali telecamere che possano aver ripreso movimenti sospetti. Sul posto anche il proprietario

Si cercano eventuali telecamere che possano aver ripreso movimenti sospetti. Sul posto anche il proprietario

A tre giorni dall’anniversario dell’orrore, le serrande del Big Town tornano a sollevarsi. Tra le pareti e i mobili che hanno fatto da teatro a quella notte di sangue, ieri si sono affacciati gli agenti della polizia di Stato per un breve sopralluogo all’indomani dell’atto vandalico scoperto martedì mattina. Insieme a loro, il proprietario dei muri, al quale il locale è da poco tornato con la conclusione della gestione da parte di Mauro Di Gaetano, oggi in carcere per l’omicidio (consumato insieme al padre Giuseppe) del 43enne Davide Buzzi.

I fatti. Nella notte tra ieri e lunedì, qualcuno ha sollevato di qualche decina di centimetri la serranda del Big Town e ha danneggiato la vetrata. È il secondo atto vandalico nell’arco di pochi mesi. Ad accorgersene, la mattina dopo, sono stati gli esercenti vicini, che hanno quindi avvisato il proprietario. Quest’ultimo, appreso quanto era accaduto, ha sporto denuncia. Nelle stesse ore, l’accaduto è arrivato anche all’attenzione della procura. Sono ora in corso tutti gli accertamenti del caso, a partire dalla ricerca di eventuali telecamere che potrebbero aver ripreso movimenti sospetti o elementi utili a risalire ai responsabili dell’atto vandalico.

Al momento non è possibile stabilire quale sia la matrice del gesto. Tutte le ipotesi sono aperte. Potrebbe essersi trattato di qualche balordo completamente slegato dalla vicenda che si è macchiato di un atto vandalico gratuito, così come l’opera di qualche persona legata alla vittima, magari mossa da volontà di ‘ritorsione’ all’indomani della notizia della concessione degli arresti domiciliari a Giuseppe Di Gaetano. Una notizia, quest’ultima, che era stata resa nota dallo stesso padre di Buzzi, Natalino, il quale aveva pubblicato un video sulla propria pagina Facebook esprimendo il proprio sdegno per da decisione del tribunale del Riesame. Al momento, tutte le ipotesi sono sul tavolo e nessuna può essere esclusa a priori. Certo è che sembra proprio non esserci pace per quel locale all’inizio di via Bologna, segnato l’anno scorso da ben due tragedie in pochi giorni. La prima, a metà agosto, fu la morte di Edoardo Bovini, il diciannovenne figliastro di Buzzi stroncato da un malore proprio davanti al Big Town dopo avere assunto cocaina. Un decesso che il 43enne in qualche modo imputava a Mauro Di Gaetano, nonostante quest’ultimo non fosse nemmeno a Ferrara la sera della morte del giovane. La seconda tragedia è appunto quella che si è verificata il primo settembre, quando i Di Gaetano, padre e figlio, si trovarono davanti Buzzi e il 22 Lorenzo Piccinini con in mano una tanica di benzina. Un gesto minatorio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, finalizzato a ottenere denaro dal gestore del locale. La situazione di tensione sfociò in una violenta lite, al culmine della quale Buzzi rimase ucciso e Piccinini gravemente ferito.

Fatti dei quali il 7 novembre i Di Gaetano dovranno rispondere davanti alla corte d’Assise. Padre e figlio sono accusati di omicidio – commesso secondo il pubblico ministero Barbara Cavallo con l’aggravante della crudeltà – e di tentato omicidio. A distanza di un anno dai fatti e a poche settimane dal processo, sembra dunque che non si riescano a spegnere i riflettori su un luogo che ormai porta sui muri il marchio dell’orrore.