Big Town, a un anno dall’orrore. Ancora un raid nel locale del delitto. Sollevata la serrande e rotto il vetro

Il bar era già stato danneggiato in precedenza, l’episodio all’indomani dei domiciliari per Giuseppe Di Gaetano

Big Town, a un anno dall’orrore. Ancora un raid nel locale del delitto. Sollevata la serrande e rotto il vetro

La vetrina e la serranda del Big Town dopo il raid dell’altra notte

La serranda parzialmente sollevata e la vetrina ancora più danneggiata rispetto a quello che già era dopo il precedente atto vandalico. Non c’è pace per il Big Town, il locale di via Bologna all’interno del quale, il primo settembre dell’anno scorso, trovò la morte il tatuatore 43enne Davide Buzzi, ucciso dal gestore del locale Mauro di Gaetano e dal padre Giuseppe. Il raid è stato scoperto nella mattinata di ieri, dopo che alcuni residenti avevano sentito del trambusto durante la notte. La serranda, pur sollevata, non sembrerebbe – almeno a un primo sguardo – mostrare segni evidenti di danneggiamento, mentre sarebbe stata ulteriormente spaccata la vetrata. Al momento non è chiara la matrice del gesto. Le piste sono tutte aperte. Dall’opera di balordi completamente slegati dal fatto di sangue all’intervento di soggetti in qualche modo collegati alla vittima, magari come ‘ritorsione’ all’indomani della notizia della concessione degli arresti domiciliari a Giuseppe Di Gaetano e a pochi giorni dall’anniversario della tragedia. Tutte ipotesi, nessuna delle quali al momento può essere confermata o smentita. Il raid precedente risale all’ottobre scorso. In quell’occasione, l’azione fu opera di Alessandro Buzzi, fratello di Davide, poi intercettato dai carabinieri.

Con la fine dell’estate si avvicina la prossima scadenza giudiziaria per l’orrore del Big Town. Il 7 novembre, Di Gaetano padre e figlio compariranno davanti alla corte d’Assise per rispondere dell’omicidio di Buzzi e del tentato omicidio di Lorenzo Piccinini, il 22enne che quella sera era con il tatuatore, rimasto gravemente ferito al culmine della lite. Quest’ultimo, anch’egli trasferito ai domiciliari dopo un periodo trascorso in carcere, sarà invece processato in rito abbreviato il 14 novembre per la tentata estorsione ai danni dei Di Gaetano. Quella maledetta sera, infatti, Buzzi e Piccinini si presentarono al Big Town con una tanica di benzina. L’intento, stando a quanto emerso, era quello di estorcere denaro a Di Gaetano, al quale Buzzi imputava la morte del figliastro diciannovenne, deceduto proprio davanti al Big Town dopo avere assunto cocaina.

f. m.