In quel campo, dove tanti anni fa è cominciato tutto, coi primi calci ad un pallone e i primi amici per la vita, ieri c’erano tutti coloro che per 35 anni hanno sofferto, nel ricordo di Denis Bergamini. Concittadini, compaesani della piccola frazione argentana di Boccaleone, il cui campo sportivo ora è intitolato, con una targa, proprio all’ex calciatore del Cosenza ucciso nel 1989. Poi amici, esponenti delle istituzioni locali e quel gruppo del Cosenza, che ha combattuto al fianco della sorella Donata per oltre tre decenni di battaglie nelle aule di tribunale. Lei, visibilmente emozionata e quasi stordita dall’affetto e dalla partecipazione così numerosa, aveva un sorriso per tutti e ha trattenuto in alcuni momento a stento le lacrime.
A distanza di pochi mesi dalla sentenza che ha condannato l’ex fidanzata Isabella Internò a 16 anni di carcere in primo grado dalla Corte d’Assise (la procura di Castrovillari ne aveva chiesti 23), in pochi giorni la sorella e i suoi ex compagni hanno organizzato una rimpatriata, con due appuntamenti, al campo sportivo e al cimitero.
Un gesto simbolico, alla fine di una battaglia legale infinita, "per la quale ringrazio ancora una volta l’avvocato Fabio Anselmo ed il suo staff – ricorda Donata Bergamini –, perchè lui è stato minacciato ed io sono stata pedinata durante le udienze. Ma nonostante tutto non si è fermato. Oggi per noi è una giornata speciale, abbiamo organizzato tutto venerdì e non è stato affatto facile, perchè come potete immaginare ci sono persone che vengono da tutta Italia e non hanno voluto perdere questa giornata".
Non sono mancati i ringraziamenti ai volontari e a tutta la frazione di Boccaleone, per il sostegno e l’aiuto di questi anni, oltre che all’amministrazione locale di Argenta. Donata ha citato l’ex sindaco Antonio Fiorentini, quello attuale Andrea Baldini (ieri rappresentato dall’assessore Giulia Cillani), ma in generale è stata una partecipazione bipartisan, visto che erano presenti anche gli esponenti dell’opposizione Nicola Fanini e Gabriella Azzalli.
Poi, accanto alla targa, la parola al portiere di quel Cosenza, Luigi Simoni. Accanto a lui ovviamente, asse portante della formazione calabrese di quegli anni, Michele Padovano (ne parliamo a parte), poi i vari Presicci, Poggi, Urban, Nicolucci, Brunelli, Simeoni e tanti altri.
"Eravamo un gruppo speciale – ricorda Simoni – per questo siamo ancora qui, tutti insieme a distanza di così tanti anni. Il giorno della sentenza ci siamo detti che dovevamo trovarci a Boccaleone, per rendere omaggio a Denis, e così è stato. Ci hanno detto di tutto in questi anni, ma finalmente la verità è venuta a galla, speriamo sia solo un primo passo". Denis, ne sarebbe più che orgoglioso.