di Federico Di Bisceglie
È presto per cantare vittoria. Ma il fatto che Berco abbia deciso di ritirare la procedura di licenziamento collettivo avviata nell’ottobre scorso e, parallelamente, di disdire il contratto integrativo, è sicuramente rilevante. Anche perché i posti di lavoro in ballo sono 480. Il tutto "a condizione che sia raggiunta un’intesa con le organizzazioni sindacali". È questo che scrive a chiare lettere l’azienda in una nota nella quale viene chiarita la posizione. "Questa intesa, volta a raggiungere l’indispensabile equilibrio economico e finanziario attenuando l’impatto sociale sul territorio – si legge nella nota di Berco – dovrà essere perfezionata entro il prossimo 25 novembre al Ministero delle Imprese e del Made in Italy". Nei prossimi giorni, dunque, l’azienda "avvierà incontri serrati per approfondire sul piano operativo soluzioni di tipo volontario per assicurare la competitività dei siti produttivi italiani di Berco in un contesto di mercato altamente concorrenziale e caratterizzato da un calo della domanda strutturale". La lettura del ritiro dei licenziamenti che viene data dai sindacati confederali di categoria – Fim Cisl, Fiom Cgil e Uil – è invece un po’ differente. Molto viene infatti imputato alle iniziative di mobilitazione svolte nelle ultime settimane. "Lo sciopero generale dei metalmeccanici della provincia di Ferrara di lunedì scorso, tutte le mobilitazioni messe in campo da Fim Fiom e Uilm e i ricorsi legali – si legge nella nota congiunta – hanno consentito di far ritirare le iniziative unilaterali da parte dell’azienda, a partire dalla procedura di licenziamento. Stante la gravità della situazione economica ed industriale, ci renderemo disponibili con l’azienda a individuare soluzioni condivise per assicurare una prospettiva di lungo periodo". Per raggiungere questo obiettivo, scrivono i sindacati, "sarà necessario il supporto del Mimit e verificare la disponibilità di strumenti utili per il rilancio dell’azienda. Lo stesso supporto lo chiederemo alla capogruppo Thyssenkrupp che dovrebbe prevedere adeguati investimenti per incrementare la competitività". I confederali comunque si dicono "consapevoli che il contesto di mercato in cui opera Berco è estremamente competitivo. Per questo motivo, se vogliamo assicurare il mantenimento dei posti di lavoro, non si dovrà escludere di immaginare percorsi industriali aggiuntivi all’attuale business". Le reazioni, da parte degli esponenti politici locali – a partire dal sindaco di Copparo, Fabrizio Pagnoni, sono tutte positive. In particolare, da parte degli esponenti di centrodestra (il vicesindaco di Ferrara, espressione di Fratelli d’Italia, Alessandro Balboni e il deputato leghista Davide Bergamini), viene lodato il lavoro del ministro Adolfo Urso. Mentre la capogruppo dem in Regione, Marcella Zappaterra assieme al candidato Enrico Bassi si dicono soddisfatti per il lavoro svolto dalle istituzioni a partire dalla Regione. Ora, l’aggiornamento, è al 25 novembre.