Una marcia che dai cancelli dello stabilimento Berco ha raggiunto piazza del Popolo per lanciare un grido di allarme sulla crisi che sta investendo la metalmeccanica nel Ferrarese e in difesa del diritto al lavoro dall’ombra dei licenziamenti. In migliaia, ieri, hanno preso parte alla manifestazione svolta in concomitanza con lo sciopero territoriale di otto ore del settore proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm. Bandiere al vento e slogan hanno accompagnato l’iniziativa, che ha visto una grandissima partecipazione di delegazioni sindacali di diverse imprese di diversi settori produttivi della provincia e non solo, istituzioni regionali, sindaci del Ferrarese (tra loro, il primo cittadino di Ferrara Alan Fabbri), del Veneto, mondo della scuola, associazioni, cittadini e commercianti che hanno abbassato le saracinesche delle attività in segno di solidarietà. Comunità intere si sono unite a Copparo, per le vertenze Berco, Regal Rexnord di Masi Torello e di tutte quelle realtà industriali in cui sono a rischio il futuro dei dipendenti e dell’intero tessuto sociale in cui sono inserite. Tonanti sono state le parole del sindaco Fabrizio Pagnoni che ha rimarcato la vicinanza delle istituzioni a lavoratrici e lavoratori e come, da cinque settimane, la comunità copparese intera si sia unita per chiedere il ritiro della procedura di licenziamento di 480 dipendenti della Berco. E, Costituzione alla mano, ha recitato l’articolo 1: "L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non su licenziamenti, cassa integrazione e contratti di solidarietà". L’assessore regionale Vincenzo Colla ha evidenziato come sindacati e lavoratori stiano lottando non solo per sé stessi, "ma per un territorio, per l’indotto, anche perché se non c’è stipendio non si può fare spesa nei negozi, pagare il mutuo, mandare i ragazzi all’università" e rilanciato ai vertici di Berco l’invito, in vista del tavolo di giovedì al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al ritiro della procedura di licenziamento, annunciando l’intenzione di interessare anche il Parlamento europeo. A portare le loro testimonianze, anche gli Rsu di diverse aziende del territorio: Igor Bergamini (Fiom Berco), Jennifer Pavani (Uilm Rexnord), Giuseppe Asaro (Fim Sagom Tubi), Simone Nonnato (Uilm Berco) e Roberto Girotto (Fim Berco), alternate agli interventi dei segretari nazionali delle tre sigle. Ferdinando Uliano (Fim Cisl) ha sottolineato come la manifestazione abbia inteso caricare "di responsabilità chi oggi fugge, fa tagli a stipendi e all’occupazione in una logica totalmente contraria a quella che noi auspichiamo da sempre. Per noi è importante, a partire da Berco, iniziare da un ragionamento puntuale sul Piano industriale. Dalle difficoltà si esce con impegni, investimenti e sviluppo". Rocco Palombella (Uilm Uil) impegna il Governo e il ministro Adolfo Urso a chiedere "ai vertici Berco il ritiro di una procedura di licenziamento, perché illegittima, in quanto fatta in assenza di un Piano industriale. Non si può trattare con una "pistola puntata alla tempia"". E se non vi sarà un passo indietro da parte del board aziendale, verrà richiesto al Governo di fare un decreto legge "che rimetta in discussione i 75 giorni della procedura perché illegittima. Un provvedimento che deve significare che l’unico strumento per rendere corretta la procedura, è quello dell’accordo sindacale". "Oggi abbiamo scioperato in tutto il territorio di Ferrara rivendicando il ritiro dei licenziamenti alla Berco e per la garanzia da parte del Governo di una trattativa senza ricatti – ha detto Michele De Palma (Fiom Cgil) –. Lo sciopero e la manifestazione, ci consegnano la forza e il dovere di andare avanti nella lotta".
Cronaca"Berco, ritirare i licenziamenti": "E a Roma per trattare il rilancio"