REDAZIONE FERRARA

Berco, Rexnord e le altre. Protestano i metalmeccanici

Politici, sindacati e cittadini in strada. Giovedì il tavolo al ministero per i 480 licenziamenti di Copparo

Un momento dell’affollata manifestazione di ieri a Copparo partita dai cancelli della Berco

Un momento dell’affollata manifestazione di ieri a Copparo partita dai cancelli della Berco

COPPARO (Ferrara)

Il giorno della piazza. I sindacati confederati, i sindaci, gli esponenti politici regionali, tutti insieme per partecipare, ieri mattina, al corteo dei lavoratori ferraresi partito davanti ai cancelli della Berco. Il settore metalmeccanico, oltre un migliaio di persone, ha così lanciato l’allarme sulla crisi e in difesa del diritto al lavoro dall’ombra dei licenziamenti. Si parla, infatti, di 480 esuberi soltanto nello stabilimento di Copparo nel Ferrarese. Bandiere al vento e slogan hanno accompagnato l’iniziativa, che ha visto una grandissima partecipazione e la presenza dei candidati alla presidenza regionale Elena Ugolini e Michele de Pascale. Comunità intere si sono unite a Copparo, per le vertenze Berco, Regal Rexnord di Masi Torello e di tutte quelle realtà industriali in cui sono a rischio il futuro dei dipendenti e dell’intero tessuto sociale in cui sono inserite.

Giovedì si terrà un incontro a Roma con la proprietà Berco, il ministro Adolfo Urso, i sindacati e gli esponenti di viale Aldo Moro. All’unisono le maestranze e i rappresentanti politici chiedono all’azienda di ritirare i licenziamenti prima di arrivare al tavolo, perché "non si dovrà parlare più di esuberi ma di rilancio". Nel suo intervento ieri l’assessore regionale Vincenzo Colla ha evidenziato le responsabilità della dirigenza aziendale: "Hanno saputo soltanto giustificare i licenziamenti con la perdita di commesse. In questo modo hanno evidenziato un approccio più da ragionieri, piuttosto che da manager che devono trovare soluzioni". Non solo, Colla ha sottolineato che lavoratori stanno lottando non solo per loro stessi, "ma per un territorio, per l’indotto, anche perché se non c’è stipendio non si può fare spesa nei negozi, pagare il mutuo, mandare i ragazzi all’università" e rilanciato ai vertici di Berco l’invito, in vista del tavolo di giovedì al ministero delle Imprese e del Made in Italy, al ritiro della procedura di licenziamento, annunciando l’intenzione di interessare anche il Parlamento europeo. Rocco Palombella (Uilm Uil) impegna il Governo e il ministro Adolfo Urso a chiedere "ai vertici Berco il ritiro di una procedura di licenziamento, perché illegittima, in quanto fatta in assenza di un Piano industriale. Non si può trattare con una "pistola puntata alla tempia"". E se non vi sarà un passo indietro da parte del board aziendale, verrà richiesto al Governo di fare un decreto legge "che rimetta in discussione i 75 giorni della procedura perché illegittima. Un provvedimento che deve significare che l’unico strumento per rendere corretta la procedura, è quello dell’accordo sindacale". "Oggi abbiamo scioperato in tutto il territorio di Ferrara rivendicando il ritiro dei licenziamenti alla Berco e per la garanzia da parte del Governo di una trattativa senza ricatti – ha detto Michele De Palma (Fiom Cgil) –. Lo sciopero ci consegna la forza per non accettare il destino della distruzione industriale e occupazionale".

Matteo Radogna

Valerio Franzoni