Una settimana. Questo il lasso di tempo che avranno sindacati e vertici aziendali per confrontarsi e valutare soluzioni che scongiurino tagli occupazionali alla Berco. La ‘road map’ è stata tracciata ieri, nel corso del tavolo nazionale al ministero delle Imprese a Roma. Nella riunione, alla presenza del ministro Adolfo Urso, i segretari nazionali e provinciali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, l’assessore regionale Vincenzo Colla, il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, rappresentanti istituzionali della Regione Veneto e del Comune di Castelfranco Veneto (sede dell’altro stabilimento del gruppo Berco) e il board aziendale hanno fatto il punto sulla vertenza. Ad attendere l’esito dinanzi a palazzo Piacentini, una delegazione di lavoratori dei siti Berco partiti nella notte verso la Capitale per far sentire la loro voce e presenza, mentre i loro colleghi sono rimasti in presidio dinanzi ai cancelli dello stabilimento di via I Maggio.
Al termine del confronto, l’azienda ha accolto la richiesta del ministro Urso di sospendere fino al 14 novembre (data in cui si terrà un nuovo incontro al Mimit), tutte le procedure e iniziative avanzate unilateralmente. L’obiettivo? Favorire un confronto tra organizzazioni sindacali e vertici aziendali per trovare una soluzione che consenta di superare l’attuale procedura di licenziamento collettivo che interessa 480 dipendenti. "Questo – ha affermato il ministro Urso – è il primo confronto nazionale su una vertenza che, ovviamente, è importante a livello territoriale, ma lo è anche per la politica industriale del nostro paese, perché riguarda un settore strategico che attraversa un periodo di crisi legato a vicende geopolitiche". Per il titolare del dicastero, il confronto tra le parti "è la via per superare l’attuale situazione di difficoltà e dare una risposta occupazionale e, in prospettiva, anche industriale". Da Berco, in una nota, è stato espresso un ringraziamento al ministro, per un incontro che ha rappresentato "un’occasione di confronto sulle scelte dell’azienda, che si sono rese necessarie per assicurare un adeguato livello di competitività in una complessa fase di crisi della domanda globale nonché per salvaguardare il suo futuro". Il board aziendale fa sapere, inoltre, di essere al lavoro "per mitigare l’impatto per le famiglie e le comunità locali, per elaborare una proposta" e, in questo spirito, di aver accolto l’invito del ministro a sospendere fino al 14 novembre l’attuale procedura, "nell’auspicio che il dialogo contribuisca all’individuazione delle misure più adatte per questo percorso".
Per Fiom, Fim e Uilm "la situazione resta grave e complicata", in quanto ad oggi non c’è né il ritiro della procedura, né la revoca da parte dell’azienda della disdetta del contratto aziendale. Le parti si incontreranno venerdì in sede aziendale: "Abbiamo una settimana di tempo per discutere quale iniziativa vogliamo mettere in campo" proseguono rimarcando che "resta chiaro che si devono ritirare i 480 licenziamenti" e si deve discutere del futuro degli stabilimenti. Già oggi le Rsu e le organizzazioni sindacali Fiom, Fim e Uilm hanno convocato le assemblee con i lavoratori per aggiornarli sulla situazione, e confermano le otto ore di sciopero provinciale di tutto il settore metalmeccanico dell’11 novembre. Il corteo partirà dallo stabilimento Berco e raggiungerà il centro di Copparo. Il senatore Alberto Balboni (Fd’I) ringrazia il ministro Urso e ribadisce il proprio impegno ad affiancare l’azione del governo, "al fianco dei lavoratori minacciati di perdere l’impiego e dell’intera comunità locale". Plauso anche da parte del deputato Fd’I Mauro Malaguti. I candidati al Consiglio regionale del Pd, Marcella Zappaterra ed Enrico Bassi, colgono la sospensione della procedura di licenziamento come un primo passo, ma "serve urgentemente un piano industriale serio". L’Unione comunale del Pd di Ferrara ribadisce solidarietà ai lavoratori.