REDAZIONE FERRARA

Baudelaire e il processo mediatico

Nel convegno "Dai fiori del male ai fiori di Carta(bia)" si discute del processo mediatico e della presunzione di innocenza, partendo dal caso del processo a Baudelaire nel 1857. Gli avvocati e il saggista Castronuovo approfondiranno il tema alla Camera di Commercio.

Nel convegno "Dai fiori del male ai fiori di Carta(bia)" si discute del processo mediatico e della presunzione di innocenza, partendo dal caso del processo a Baudelaire nel 1857. Gli avvocati e il saggista Castronuovo approfondiranno il tema alla Camera di Commercio.

Nel convegno "Dai fiori del male ai fiori di Carta(bia)" si discute del processo mediatico e della presunzione di innocenza, partendo dal caso del processo a Baudelaire nel 1857. Gli avvocati e il saggista Castronuovo approfondiranno il tema alla Camera di Commercio.

Oggi esiste ancora il diritto a essere informati? Chi decide quali notizie fare uscire e quali no? Il processo mediatico viene utilizzato come strategia processuale nelle aule dei tribunali? La presunzione di innocenza oggi è a rischio? Di questo e altro si parlerà oggi alla Camera di Commercio (ore 15) nel corso del convegno – organizzato da Fondazione forense e Ordine degli avvocati – dal titolo ’Dai fiori del male ai fiori di Carta(bia): storia del processo mediatico’. Un momento che prenderà spunto dalla presentazione del volume di Antonio Castronuovo, blibliofilo e saggista, ’Il male dei fiori. Baudelaire a processo’. Tra i relatori, che dialogheranno con l’autore, gli avvocati Antonio Salvatore, Fabio Anselmo, Nicola Canestrini (quest’ultimo del foro di Rovereto) e Nicola Bianchi, vice caposervizio del Resto del Carlino Ferrara. Modererà la tavola rotonda l’avvocato Marco Linguerri.

Nel 1857 i Fiori del male di Baudelaire finirono a processo per oltraggio alla morale pubblica. La sentenza del 20 agosto condannò sei poesie a essere soppresse dal volume, provocando un curioso fenomeno: l’esistenza di numerose varianti editoriali, gioie e cruccio dei collezionisti. Solo nel 1949 si arrivò alla revisione del giudizio penale e al proscioglimento del poeta, scomparso da 80 anni. Oggi quel processo resta come chiodo arrugginito infisso negli annali della letteratura, episodio che ha consegnato giudici e pubblica accusa al sarcasmo della storia.