C’è un grande punto interrogativo, la cui ombra si allunga sulla giunta ferrarese. Cosa farà, adesso, il vicesindaco Alessandro Balboni dopo la consacrazione di oltre quattromila elettori tra città e provincia che lo vorrebbero sugli scranni dell’opposizione di viale Aldo Moro? È presto per dirlo con certezza. Sicuramente, però, l’amministratore adesso ha due passaggi dirimenti da affrontare. Il primo, nel fine settimana quando "convocherò l’assemblea provinciale del partito per l’analisi del voto e un confronto su quale soluzione potrà essere più incisiva a beneficio del territorio" e il secondo all’inizio della prossima settimana. "Da lunedì – spiega il numero due della Giunta al Carlino – chiederò un colloquio con il sindaco Alan Fabbri, per condividere la soluzione migliore da adottare".
Prima di sciogliere la riserva, insomma, Balboni vuole parlare a tu per tu con il primo cittadino. Metodologicamente, non fa una piega. Certo è che sarà cruciale anche ciò che emergerà dal confronto interno al partito. L’appuntamento, è per sabato pomeriggio. "Oltre a fare una panoramica sulle dinamiche e i flussi elettorali – prosegue il presidente provinciale di Fd’I – e a capire quali sono stati i punti di forza e quali i punti di debolezza, raccoglierò le opinioni dei quadri dirigenti del partito per poi formulare la mia decisione definitiva". A ogni modo, Balboni fa capire che il criterio che lo guiderà in questa scelta sarà quello dell’utilità. "Deciderò in base al ruolo nel quale potrò essere più incisivo ed efficace per il bene del mio territorio", per dirla con le sue parole. Per chi un minimo è in grado di soppesare l’incarico attuale – quello di vicesindaco – e l’incarico potenziale – quello di consigliere regionale di opposizione – non è difficile immaginare quale potrebbe essere la scelta di Balboni. È molto probabile, infatti, che rimanga in città. A maggior ragione a fronte del fatto che tra le sue deleghe ce ne sono alcune di piuttosto ‘pesanti’ in termini di obiettivi di mandato. E, tanti dei dossier su cui lui stesso è impegnato, difficilmente possono essere lasciati a metà del guado.
Nulla è detto, chiaramente. Ma la scelta di optare per il seggio in viale Aldo Moro, potrebbe aprire un tema politico non indifferente in seno all’amministrazione estense. Nulla di drammatico, eh. Il suo posto di numero due della giunta spetterebbe comunque – sulla base di accordi politici ed equilibri di partito – ai meloniani. Per cui, Fabbri sarebbe comunque ‘costretto’ a pescare fra i quadri di Fratelli d’Italia. Fra questi, sicuramente c’è l’assessore all’Istruzione, Chiara Scaramagli. Peraltro anche lei in corsa per il Consiglio regionale (ha ottenuto circa novecento preferenze). Difficile, in questo senso, immaginare che il sindaco possa optare per uno fra i consiglieri comunali. Metodologicamente, peraltro, il primo cittadino non è mai stato un grande fan dei rimpasti di giunta. Tant’è che, anche nel precedente mandato – benché avrebbe potuto con diversi assessori accomodarli alla porta – non l’ha mai fatto.
Al contrario, se Balboni dovesse decidere di restare in città, aprirebbe la strada a Fausto Gianella, che potrebbe portare in viale Aldo Moro la rappresentanza delle tante cooperative di itticoltura del Delta. Una candidatura, quella di Gianella, che ha riscontrato molto apprezzamento proprio in quelle zone. Escludiamo, conoscendo la componente strategica del senatore Alberto Balboni (senza il cui parere nel partito non si muove foglia), che la scelta sia stata casuale. A brevissimo, il verdetto.