Un mare di guai per un paio di scarpe di marca e una felpa. Con l’arresto di un 22enne si chiude il cerchio sulla baby gang che, a novembre, aveva aggredito e rapinato un ragazzino all’esterno del centro commerciale il Castello. L’ultimo atto scaturito da quell’inquietante episodio è stato scritto nei giorni scorsi, quando gli agenti della squadra mobile hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti del ragazzo, accusato di rapina aggravata ai danni di un minore. Il provvedimento arriva a poche settimane da un atto analogo, emesso dalla procura dei minori a carico di due adolescenti di quindici e sedici anni, finiti sotto inchiesta per lo stesso fatto. Uno di essi era finito in cella, mentre per l’altro si aprirono le porte della comunità. E ora, a coronamento dell’indagine, sono scattate le manette anche per il ‘terzo uomo’, il più grande della banda.
Un passo indietro. Tutto comincia a inizio novembre. Siamo all’esterno del centro commerciale il Castello. I tre giovani ‘intercettano’ un coetaneo. "Vieni con noi, ti dobbiamo parlare di una cosa importante". È la scusa che, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, gli indagati avrebbero usato per attirarlo nella trappola. La gang accompagnano l’altro ragazzino in un luogo isolato e, una volta lontano da occhi indiscreti, getta la maschera e mette a nudo le sue reali intenzioni. In un lampo i tre gli piombano addosso, lo sbattono contro un muro e poi lo costringono a farsi consegnare i vestiti di marca. Il malcapitato, messo alle strette da quell’esplosione inattesa di aggressività, non può fare altro che obbedire. Consegna un paio di scarpe, la felpa e la cosa sembra finire lì. In realtà, quello sarà solo l’inizio. L’accaduto viene infatti denunciato alla polizia di Stato e gli uomini della Mobile si attivano per risalire ai responsabili. Si parte con l’ascolto di alcune importanti testimonianze. Le indagini si focalizzano quindi sui gruppi di giovanissimi che gravitano intorno ai luoghi di ritrovo come parchetti, centri commerciali e altro. In breve, gli agenti individuano il gruppo di cui il tre giovani facevano parte. Da lì, risalgono alle identità dei presunti responsabili. La ‘prova del nove’ è offerta dal riconoscimento fotografico che permette di cristallizzare le fasi della rapina e i nomi dei sospettati.
Raccolti tutti gli elementi necessari, gli inquirenti hanno ottenuto dal gip del tribunale dei minori di Bologna un’ordinanza cautelare per i due adolescenti. Per il sedicenne, come anticipato, il giudice ha disposto la custodia in istituto penale per minorenni, per il quindicenne invece si sono aperte le porte della comunità. Nei giorni scorsi la svolta, con l’arresto del terzo membro del gruppo, fratello maggiore del sedicenne già finito nella rete della polizia.