"Non mi sembra che il dibattito in corso a Ferrara tra le tifoserie contrapposte pro o contro Fabbri stia togliendo il sonno ai cittadini e, sinceramente, nemmeno a me". Alberto Bova si chiama fuori. La bagarre non è la sua dimensione. Se la cifra del moderatismo è la serietà, il segretario di Azione ne dispensa a profusione, facendo un passo indietro e abbandonando la scena. Giù il sipario, per il momento. O, per lo meno, non sarà più impegnato in prima persona. "Non mi ricandiderò alla segreteria del partito – dice al Carlino il segretario uscente - . Ho partecipato con convinzione al progetto di Carlo Calenda, con risultati politici e numerici considerevoli. Intorno a me si è costituito un gruppo col quale ho condiviso scelte politiche e anche amicizia che sarà capace di proseguire nell’avventura e al quale io sarò sempre al fianco, ma senza essere il "front man".
Una scelta, prosegue Bova, motivata dall’assunzione di altri incarichi. A partire dalla presidenza della società 4 Torri. "Ho accettato una nuova sfida – così l’avvocato - . Una sfida che mi appassiona e alla quale voglio dedicare tempo ed energie. Sono quasi 500 gli atleti che ruotano intorno alla società, dai più piccoli ai militanti in serie B, con i loro fans e le loro famiglie. Un mondo che intendo far conoscere maggiormente ai ferraresi e non solo a loro così da allargare la fetta di appassionati, tifosi e perché no di sponsor". Tornando alla politica "che è una mia grande passione", ammette Bova, "a livello locale, come Azione, abbiamo fatto un buon lavoro, siamo circa 200 iscritti, siamo presenti in tutti i Comuni della Provincia e contiamo su un gruppo dirigente attivo, motivato e impegnato".
Nelle parole del segretario uscente di Azione, ci sono un paio di passaggi che oltre a essere rivendicazioni su risultati passati, disegnano nel panorama centrista una rotta a cui il prossimo segretario di Azione si dovrà in qualche modo ispirare. "Ci siamo caratterizzati per il nostro pragmatismo – prosegue - nell’affrontare i temi e i problemi che riguardano le nostre comunità locali, senza mai farci attrarre e coinvolgere da discussioni ideologiche e strumentali sia da chi governa che da chi è all’opposizione".
"Ci piace stare sui temi – dice ancora Bova - . Dall’ambiente al nucleare, dalle crisi industriali ai nuovi modelli di sviluppo, dall’Università alla sanità e, ogni volta che ci viene data l’opportunità, non ci sottraiamo certo alla discussione". La decisione di Bova di uscire di scena arriva in un momento particolarmente delicato per il centrosinistra. Sì, perché se da un lato per il partito democratico si profila una campagna congressuale in sostanziale continuità col passato, la successione al vertice del partito di Calenda, a livello locale, apre nuovi scenari. Sarà infatti il successore di Bova che, al Tavolo dell’alternativa, dovrà scegliere da che parte stare. Oppure, farsi promotore della famosa terza via, nel caso non si trovasse una quadra sul candidato sindaco. Ipotesi che, allo stato dei fatti, è tutt’altro che peregrina. Ma attendiamo cosa emergerà dall’incontro del centrosinistra, in programma questa sera.