Codigoro (Ferrara), 8 ottobre 2017 - Ci sono 850mila galline ovaiole da abbattere. E’ ufficiale. Incombe il flagello dell’aviaria. Ieri l’ordinanza del sindaco di Codigoro Sabina Zanardi è stata perentoria. Muove sulla segnalazione del Centro nazionale di referenza per l’influenza aviaria all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. Le analisi non lasciano dubbi. Hanno confermato «La positività per il virus influenzale tipo A, sottotipo H5N8 – si legge – nell’allevamento della società agricola Fiorin di Lionello & Css». Lo stabilimento si trova in via per Ferrara nel territorio comunale di Codigoro. Impiega ottanta dipendenti. Manodopera per lo più locale, che ora teme per il proprio lavoro. Una spada di Damocle dal forte impatto economico per l’azienda. I danni, ad una stima ancora da definire, potrebbero superare i due milioni di euro. Intanto occorre precedere, seguire i passi previsti dalle leggi, da attente norme nazionali e regionali e da regolamenti ferrei. Una misura quindi necessaria, rapida, immediata quella presa ieri dal sindaco, che rappresenta il massimo responsabile della salute pubblica. Gli atti considerano l’allevamento «un focolaio di influenza aviaria con livello di patogenicità che rimane da stabilire».
Per impedire il diffondersi della malattia il sindaco ha ordinato «il sequestro immediato dell’allevamento». Ha disposto «l’immediato abbattimento in loco di tutti gli 850mila volatili presenti nell’azienda e la distruzione delle carcasse di quelli morti e abbattutti, oltre che la distruzione e lo smaltimento di tutte le uova presenti». «Una scelta doverosa e obbligata» conferma la Zanardi.
Un lavoro lungo, che potrebbe protarsi per settimane. Un’opera complessa che sarà effettuato da una ditta specializzata. Le carcasse saranno portate in un inceneritore di Parma. Oltre alla distruzione di tutti i materiali infetti e dei rifiuti potenzialmente contaminati, ogni cosa dovrà essere smaltita e trattata. Locali dell’azienda, veicoli utilizzati per il tarsporto e l’intera zona circostante dovrà essere pulita e bonificata. Non è tutto. Dal momento della totale ‘sterilizzazione’ dell’impianto, la ditta ha il divieto assoluto di ripopolamento dell’allevamento per almeno trenta giorni.
Quando funziona a piena regime le galline superano il milione. C’è timore tra i dipendenti. «Ho parlato con uno dei proprietari – spiega il sindaco – . Mi ha riferito che stava parlando con la ditta incaricata della bonifica e dello smaltimento, per chiedere se sia possibile assumere una parte dei dipendenti in queste operazioni, in modo che non debbano restare a casa». Un atto obbligatorio l’ordinanza del sindaco: «Ho provveduto non appena appreso della presenza del virus dell’aviaria – sottolinea la Zanardi – . E’ una questione di sicurezza pubblica. Mi sono messa a dispozione. Mi dispiace per lo stabilimento e per gli operai. Speriamo che tutto torni presto alla normalità».