LAURA GUERRA
Cronaca

Arte e poesia del Centino. Il pittore ’dimenticato’

Cento, operò nel Seicento e fu talentuoso allievo della bottega di Guercino. Il professor Pulini: "Era dotato di una grandissima sensibilità e molto umano".

Arte e poesia del Centino. Il pittore ’dimenticato’

Il dipinto che si trova a Cento

Pittore seicentesco dal percorso discreto ma dal talento indiscutibile, il Centino in patria è stato quasi dimenticato, se non fosse per il professore Massimo Pulini che insieme a Gilberto Urbinati, è autore della monografia ’Il Centino, uno sguardo laterale’ che domenica, grazie al Centro Studi Guercino, permetterà ai centesi di riscoprire un altro importante artista. L’incontro di presentazione del libro sarà alle 17 in Pinacoteca, riportando a casa, per così dire, Giovan Francesco Nagli detto il Centino, proprio in occasione della ricorrenza del compleanno. "E’ un artista centese allievo di Guercino, che ha iniziato nella sua bottega per poi andare in romagna dove si è affermato – spiega Pulini – si sapeva che era di origini centesi ma solo di recente, dopo l’uscita del mio libro, la studiosa centese Tiziana Contri, ha ritrovato l’atto di battesimo". Nato dunque nel 1603 Cento, Nagli è poi morto a Rimini nel 1675.

"Conosciamo le sue opere solo dopo il suo trasferimento a Rimini diventando romagnolo – prosegue - mantiene però uno stretto legame con Cento, la famiglia e la bottega di Guercino e lo vediamo proprio nelle opere che si estendono tra Cesena e Pesaro. In Romagna è l’artista più conosciuto e apprezzato dopo Cagnacci, e che ha seguito i destini della città divenendone tra le figure più stabili del ‘600 riminese. Un pittore di grande sensibilità e di grandissima poesia, che si esprime soprattutto attraverso i temi devozionali che interpretano una religiosità periferica. E’ un pittore umano che attraverso le sue interpretazioni del sacro riesce a restituire un’umanità molto particolare. Una particolarità di Centino è anche la sua tendenza a porre lo sguardo dei suoi personaggi rivolto diagonalmente, anche in visi frontali che hanno gli occhi voltati verso l’esterno del dipinto come cercassero fuori un’altra presenza". Simile a Guercino ma più rapportabile a Gennari, fu anche l’architetto della ricostruzione del tempio in piazza Tre Martiri a Rimini, dopo un sisma che lo distrusse mentre nella sua Cento è quasi sconosciuto.

"E’ un pittore da riscoprire visto il suo talento e di cui è ancora valida la lettura della sua poetica – prosegue – ha avuto un percorso artistico più discreto, finora mancava una monografia e anche la II Guerra, che ha distrutto 17 sue pale d’altare, ha contribuito a farlo dimenticare. E ora c’è bisogno di farlo riconoscere ai centesi e non solo". Città dove vi è un solo prezioso quadro. "Grazie all’acquisto della Fondazione Carice, in Pinacoteca si può ammirare il San Giovanni Evangelista, unico dipinto firmato e con un riferimento a Cento – conclude – di mia attribuzione, ritengo anche che all’Oratorio di Pieve, il Sant’Antonio da Padova sia suo".