Il caso Arquà è approdato in tribunale. La vicenda relativa alle lettere minatorie e al proiettile lasciati alla sede della Lega è stato al centro dell’udienza predibattimentale di ieri davanti al giudice Giovanni Solinas. Imputata per minacce e simulazione di reato è l’ex consigliera comunale prima della Lega e poi del gruppo Misto Rossella Arquà. I fatti al centro del processo si sono verificati tra l’aprile e il giugno 2021. "Lodi preparati che farai una brutta fine", oppure "Naomo guardati alle spalle perché noi ci siamo", e ancora "Lodi sappiamo che hai paura, occhio pure alla tua begnamina che apre": sono alcune delle frasi che sarebbero state vergate nelle lettere anonime recapitate all’allora vicesindaco Nicola Lodi e in alcuni casi riguardanti anche la stessa imputata ("Lodi Arquà sappiamo la paura che avete, sta arrivando la vostra fine con un colpo e basta"). Nel corso degli accertamenti disposti dalla procura la consigliera stessa, in sede di interrogatorio, aveva ammesso di aver simulato i rinvenimenti delle lettere. Ma ha anche sottolineato di non essere assolutamente responsabile della lettera che conteneva un proiettile. La vicenda, si diceva, è stata al centro dell’udienza predibattimentale che si è celebrata ieri mattina.
Il difensore di Arquà, l’avvocato Bernardo Gentile, ha chiesto una rettifica del capo di imputazione in merito a due aspetti. Primo, rispetto alla qualifica di vicesindaco che, spiega il difensore, non si ritrova in alcuna delle lettere sequestrate. In secondo luogo, il legale ha chiesto una specifica riguardo al proiettile che in realtà sarebbe una carcassa esplosa. L’assessore Lodi si è infine costituito parte civile con l’avvocato Carlo Bergamasco. Il giudice ha quindi rinviato al 10 dicembre per la discussione dell’udienza predibattimentale.