FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Anziano ciclista travolto e ucciso: "Imprevedibile lo ‘scarto’ della bici". Automobilista assolto in Appello

Nonostante la velocita sostenuta, per i giudici il guidatore non avrebbe mai potuto evitare lo scontro. La vittima è un pensionato di 78 anni, all’origine dello spostamento improvviso forse una forte folata di vento.

La bicicletta a pedalata assistita sull’erba vicino al luogo dello scontro. Nel tondo Arnaldo Biolcati Rinaldi, 78 anni

La bicicletta a pedalata assistita sull’erba vicino al luogo dello scontro. Nel tondo Arnaldo Biolcati Rinaldi, 78 anni

Nemmeno a una velocità più contenuta sarebbe stato possibile evitare lo scontro che è costato la vita al 78enne Arnaldo Biolcati Rinaldi. Lo spostamento dell’anziano ciclista verso il centro della carreggiata sarebbe stato talmente imprevedibile da non poter attribuire al guidatore della Bmw che lo ha investito la responsabilità penale per la tragedia. È la conclusione a cui sono arrivati i giudici della corte d’Appello di Bologna che, di recente, hanno assolto il 35enne imputato di omicidio stradale e difeso dall’avvocato Milena Catozzi. I giudici di secondo grado hanno ribaltato la sentenza del gup di Ferrara che, invece, aveva emesso un verdetto di condanna (otto mesi di reclusione, pena sospesa) per il conducente della vettura.

La decisione della corte d’Appello arriva a quattro anni e mezzo dalla tragedia, avvenuta il 7 maggio del 2020 lungo l’Acciaioli, all’altezza di Lido delle Nazioni. L’imputato stava guidando la sua Bmw in direzione Nazioni quando, viaggiando a una velocità di circa 78/80 chilometri all’ora, ha urtato la bici a pedalata assistita di Biolcati Rinaldi, il quale aveva improvvisamente deviato verso il centro della carreggiata (forse sospinto da una violenta folata di vento). L’impatto è risultato fatale per l’anziano ciclista e i soccorsi furono inutili. A seguito dell’incidente venne aperta un’inchiesta per omicidio colposo, indagato l’automobilista. Come anticipato, il primo grado di giudizio si concluse con una condanna. L’imputato, attraverso il suo difensore, impugnò la sentenza in Appello. Nelle scorse settimane il verdetto: assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Secondo i giudici d’Appello non si può escludere che l’automobilista, "procedendo a una velocità comunque superiore a quella consentita, dopo aver scorto il ciclista si sia apprestato a superarlo tenendo una adeguata distanza di sicurezza laterale" quando l’anziano, "in modo del tutto repentino e imprevedibile" si è spostato verso sinistra. Ed è proprio sull’imprevedibilità che si concentra il ragionamento della Corte. "L’utente della strada – affermano i giudici – è responsabile anche del comportamento imprudente altrui, purché rientri nel limite della prevedibilità". Nel caso in questione, proseguono, il comportamento della vittima "può essere stato idoneo a escludere il nesso causale tra la condotta dell’automobilista" e l’incidente mortale, trattandosi "di una causa eccezionale, non prevista né prevedibile". Il tutto anche "a fronte di una velocità inferiore a quella concretamente tenuta". In parole povere, il 35enne non avrebbe potuto prevedere la manovra del ciclista in nessun caso, nemmeno andando più piano. "Si tratta di una sentenza importante che potrebbe fare giurisprudenza – commenta l’avvocato Catozzi –. Si attua un principio decisivo sancito dalla Cassazione, ma mai applicato in casi come questo".